Napoli, i ragazzi della Cooperativa Amira presentano “Tutto accade per amore”

Il progetto contro la dispersione scolastica portato avanti in collaborazione dalle cooperative sociali Amira e il Quadrifoglio, presso l’ex villa del boss...

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Il progetto contro la dispersione scolastica portato avanti in collaborazione dalle cooperative sociali Amira e il Quadrifoglio, presso l’ex villa del boss Licciardi a Miano, oggi bene confiscato e assegnato alla cooperativa il Quadrifoglio , si è concluso oggi con la presentazione del corto “Tutto accade per amore”.

Il lavoro è stato presentato questo pomeriggio a Napoli. Dopo alcuni incontri di vera e propria alfabetizzazione audiovisiva, in cui hanno appreso i rudimenti del linguaggio cinematografico, studiato e discusso alcuni cortometraggi, affrontando gli argomenti trattati quali l’inclusione, l’amore, l’affettività, i ragazzi e le ragazze della Cooperativa Amira che hanno partecipato al progetto si sono cimentati alla realizzazione di una sceneggiatura e subito dopo hanno girato: chi dietro la telecamera, insieme alla troupe, chi al microfono, chi ha scattato foto, chi è andato in scena.

Il corto rispecchia il loro vissuto, le loro esperienze di vita, o ciò che hanno osservato. L’adolescenza, si sa, è la fase della vita in cui si rincorre l’amore con maggiore enfasi, ed è a quest’età che lo si scopre realmente. Il primo amore viene vissuto con molta intensità, speranze, idealizzazioni ma anche con sofferenza per i momenti di crisi o per la fine della relazione. L’amore, in questa età della vita, è dunque totalizzante, tanto da diventare un’emozione difficile da gestire.

«Sono stati ragazzi che hanno collaborato in maniera fattiva. -ha raccontato Lidia Ronghi, presidente della cooperativa Il Quadrifoglio-. Perché hanno partecipato alle riprese e al montaggio, alla costruzione della storia. Hanno lavorato insieme alla troupe con grande sintonia».

«Questi ragazzi hanno bisogno di sentirsi protagonisti. -ha continuato la presidente Ronghi-, hanno scelto un tema così delicato parlando dei loro sentimenti. Probabilmente nelle scuole non se ne parla ma qui loro hanno sentito l’esigenza di parlarne, questo è importante».

Il corto si compone di una mini storia, all’interno del bene confiscato. Un racconto per immagini che ha consentito ai ragazzi e alle ragazze di esprimersi, di dare una bella rappresentazione di sé, esorcizzando e affrontando le difficoltà che vivono nel quotidiano.

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Il Mattino