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Napoli, al carcere di Secondigliano "Chicco di speranza": insegnare ai detenuti l'arte del caffè

Lo scopo è il reinserimento dei detenuti con la creazione di figure come: barista o manutentori di macchine del caffè

Napoli, al carcere di Secondigliano "Chicco di speranza": insegnare ai detenuti l'arte del caffè

mercoledì 23 luglio 2025 Ultimo aggiornamento 15:43
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Arriverà presto nel carcere di Secondigliano a Napoli, in un'area dedicata saranno messe a dimora piantine di caffè e sarà dato avvio alla coltivazione. ...
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Arriverà presto nel carcere di Secondigliano a Napoli, in un'area dedicata saranno messe a dimora piantine di caffè e sarà dato avvio alla coltivazione.

L'iniziativa  rientra in un'azione complessiva tendente al reinserimento dei detenuti attraverso progetti di formazione e qualificazione con la creazione di figure come quelle del barista. Lo ha ricordato il presidente di Kimbo spa, Mario Rubino, nel corso di un incontro con l'imprenditore e scrittore Oscar Farinetti in visita alla sua azienda a Melito (Napoli), proprio a due passi dall'Istituto penitenziario. Ha detto:  «È una iniziativa nata in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università 'Federico II' -  - e vuole contribuire a rafforzare l'aspetto sociale e di legame col territorio della nostra attività. Credo sia necessario offrire da parte nostra un contributo importante a chi è in difficoltà».

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Rubino ha ,poi, evidenziato che il progetto si inserisce nel solco delle azioni messe in campo negli anni dalla Kimbo: «Pensiamo anche a realizzare delle 'officine di manutenzione' all'interno del carcere per restituire poi in perfetta efficienza le macchine per il caffè ai diversi bar. Si tratta, quindi, di lavorare sul terreno della formazione professionale».

Attività sociale nel carcere di Secondigliano col progetto 'Chicco di speranza' ma in passato anche con l'iniziativa 'Fatto a Scampia' con la realizzazione di borse e abiti in juta.

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«Vogliamo fare di più - dice Rubino - e per questo stiamo pensando non solo di segnalare ai diversi esercizi commerciali le persone una volta qualificate ma vogliamo anche realizzare una sorta di 'guida' per le aziende per far ottenere loro più facilmente gli sgravi fiscali esistenti».

Ha continuato affermando:  «Mio padre Elio e i miei due zii Francesco e Gerardo hanno cominciato con un piccolo bar e con la torrefazione nella zona del Rione Sanità; chiedevano a ogni avventore come fosse il loro caffè. Ora - evidenzia il presidente di Kimbo spa - gestiamo 35 milioni di chili di caffè crudo all'anno e otteniamo 25 milioni di chili di caffè tostato. Una realtà importante con una quota di mercato del 9 per cento in Italia tenendo sempre ben presente l'obiettivo di alta qualità del nostro miscelato da offrire al consumatore senza dimenticare l'attività del nostro Training Center come formazione, 'education' per i baristi professionisti e l'attività di 'cultura del caffè' rivolta anche ai consumatori. Ma sarà per la zona popolare che impone la necessità di misurarsi ogni giorno con le varie sfaccettature dell'essere umano, sarà per un fatto di istinto, a mio parere un imprenditore che mira solo al profitto non serve a nessuno, e soprattutto non serve a se stesso»

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