Sala piena ai Camaldoli per raccogliere fondi per costruire un ospedale di Afagnan

L’obiettivo è costruire un padiglione di chirurgia plastica all’ospedale Saint Jean De Dieu di Afagnan

Una delle foto della mostra; medici in sala operatoria in Africa
Non si sono fatti spaventare dal freddo pungente né frenare dalla concomitanza di partita di calcio Salernitana-Napoli, ma sono accorsi numerosi all’appello per la...

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Non si sono fatti spaventare dal freddo pungente né frenare dalla concomitanza di partita di calcio Salernitana-Napoli, ma sono accorsi numerosi all’appello per la solidarietà: sala piena, infatti, per CORE FOR AFRICA, la serata di beneficenza tenutasi all’Eremo dei Camaldoli a Napoli, organizzata per raccogliere fondi con l’obiettivo importantissimo di costruire un padiglione di chirurgia plastica all’ospedale Saint Jean De Dieu di Afagnan, provincia di Lomé, capitale del Togo, in Africa.

Ad organizzare la raccolta, i medici che da anni, quasi 15, periodicamente realizzano missioni umanitarie e soprattutto chirurgiche nella struttura. Al tavolo dei relatori del convegno per spiegare cosa accade in quelle terre e qual è l’obiettivo del progetto, hanno preso parte il dottor Claudio Bernardi, presidente dell’Associazione italiana chirurgia plastica ricostruttiva estetica; il dottor Armando Boccieri, presidente Associazione italiana chirurgia estetica e funzionale della faccia; il dottor Enzo Facciuto, direttore della Struttura complessa di chirurgia maxillo facciale dell’Ospedale del Mare di Napoli e la dottoressa Angela Grasso, dirigente medico anestesia e rianimazione dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Ad intrattenere la folta platea dopo il convegno, la straordinaria comicità del duo Ivan&Cristiano, che gratuitamente ha offerto il suo spettacolo, contribuendo alla gara di solidarietà.

Nel corso della serata, sono state esposte le foto realizzate dalla dottoressa Grasso proprio ad Afagnan. «Cerchiamo di seminare quanto più possiamo in quei luoghi», hanno spiegato i medici, «ma non è semplice e dopo la pandemia con le missioni ferme per due anni si è quasi azzerato il lavoro fatto». Da qui l’idea di creare in loco il padiglione di chirurgia plastica, come ha spiegato il dottor Bernardi: «Spesso per loro conta la sopravvivenza ed è stato difficile fargli capire l’importanza della qualità della vita grazie a questo tipo di chirurgia che può eliminare ad esempio, i segni delle ustioni o il tipico labbro leporino che viene vissuto come una vergogna».

Una sanità quella del Togo a pagamento, anche negli ospedali umanitari e dunque l’opera di chi da volontario arriva fino a lì per operare gratuitamente è fondamentale: «Essere in quei luoghi fa apprezzare la nostra sanità e proviamo a portare una diversa tipologia di idee soprattutto perché lì chi si laurea tende ad andarsene in Francia per avere stipendi più alti. Il nostro compito è perciò quello di aiutarli, come si dice, a casa loro», ha aggiunto il dottor Facciuto. «La beneficenza è fondamentale e tutti possiamo farla nel nostro piccolo: con la nostra associazione, da anni abbiamo un fondo che consente ai medici di andare in Africa sostenendone le spese e serate come questa contribuiscono alla buona causa», ha specificato il dottor Boccieri. «Vedere questa sala piena ci riempie di gioia», ha concluso la dottoressa Grasso, «io sono stata tante volte lì in missione e anche una volta tornata a casa, non smetto di pensare a come aiutarli. Ecco perché noi partiamo da questa serata e da questo progetto, e con l’aiuto dei tanti amici che vorranno sostenerlo, speriamo diventi presto una realtà».

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Il Mattino