Asili, mancano i fondi per assumere le maestre: 373 bimbi restano fuori

Asili, mancano i fondi per assumere le maestre: 373 bimbi restano fuori
Ogni anno, con la pubblicazione delle graduatorie delle scuole dell’infanzia comunali, si tirano le somme sui bambini non ammessi, che tolte quelle due-tre sezioni sature,...

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Ogni anno, con la pubblicazione delle graduatorie delle scuole dell’infanzia comunali, si tirano le somme sui bambini non ammessi, che tolte quelle due-tre sezioni sature, sono fuori per mancanza di personale. Ogni anno, dal Comune di Napoli arrivano le rassicurazioni che quei bimbi verranno riassorbiti non appena saranno firmati i contratti a tempo determinato delle maestre. Ogni anno, centinaia di famiglie dovranno raccapezzarsi su dove sistemare i figli nel frattempo, e spesso accadde che optino per una scuola statale, svuotando di fatto le comunali che pian piano chiuderanno per iscritti insufficienti. Un circolo vizioso che in due anni ha portato alla chiusura di nove scuole dell’infanzia: dalle 62 del 2019 siamo alle attuali 53, cui se ne aggiungerà un’altra, la Martinelli, che quest’anno ha avuto appena 7 domande (rifiutate) di iscrizione. La diversità tra l’anno scolastico 2021/22 e quelli precedenti è nel numero molto basso di ammessi (3.132), contro il numero molto alto di non ammessi (373). Troppi bambini esclusi, grida Agostino Anselmi coordinatore Cisl Fp Napoli, che sostiene che «occorrono rassicurazioni sui servizi educativi e sull’organico pianificato che inseriranno nel bilancio previsionale di prossima approvazione». L’assessore comunale all’Istruzione Annamaria Palmieri respinge ogni accusa: «Assumeremo 180 tra educatrici e maestre e quindi parte dei bambini non ammessi saranno riassorbiti». 

Il prossimo anno scolastico, le scuole dell’infanzia comunali si apriranno per 3.132 bambini appena. Mai un numero così basso. Nel 2019/20, per chiarire, il totale degli ammessi dopo la revisione delle graduatorie è stato 3.652. Anche sugli esclusi i numero sono da record: 373 contro i 273 del 2019, cioè ben cento in più. Per Anselmi di Cisl Fp i numeri sono bassi perché «le modalità esclusivamente online hanno aumentato le distanze tra cittadini e Comune», e i timori per una «disaffezione nel tempo» si collegano «alle incognite sulle assunzioni del personale a tempo determinato» che potrà far rientrare una parte degli esclusi. Il sindacalista parla di «mancanza di una reale e chiara direzione politica per l’offerta educativa e scolastica comunale, coi cittadini ogni anno costretti a confrontarsi con servizi resi precari». Le Municipalità con più bambini esclusi sono la 5 (Vomero, Arenella), la 3 (Stella, San Carlo) e la 1 (Chiaia, Posillipo, San Ferdinando). Zero esclusi invece nella Municipalità 4 (San Lorenzo, Vicaria, Poggioreale) appena 6 nella 7 (Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno) e 7 nella Municipalità 8 (Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia). C’è poi il caso della Municipalità 2 (Avvocata, Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto, San Giuseppe) che ha soltanto due scuole dell’infanzia, Girardi e Martinelli, ma con quest’ultima che probabilmente chiuderà i battenti per iscritti insufficienti.

Anselmi ha chiesto chiarimenti sulle graduatorie e all’incontro di lunedì con l’assessore Palmieri ha richiesto la presenza del sindaco. «Sono preoccupato dal documento firmato dal dirigente all’Educazione Paonessa in cui sottolinea che “a oggi non vi è certezza sulla programmazione delle assunzioni a tempo determinato di personale docente”» insiste. L’assessore comunale all’Istruzione chiarisce che «il dirigente ha scritto correttamente, poiché solo dopo l’approvazione del bilancio potrà esserne certo» e rassicura: «Ne assumeremo 180». Parte dei bambini non ammessi saranno quindi riassorbiti, mentre nelle scuole sature no: «Dovranno iscriversi alle scuole statali limitrofe, in grado di accoglierli». Sulle richieste dei sindacati per avere mascherine Fpp2, Palmieri afferma: «Concordo con loro e faremo il possibile. La norma prevede quelle chirurgiche e non quelle migliori contro le varianti. Sono dell’idea che le forniture vadano inviate prima alle scuole e poi agli uffici».

 

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Il Mattino