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Il dispiacere per l’eliminazione dalla Coppa Italia a causa di un gol della Cremonese a tre minuti dalla fine dei tempi regolamentari e di un rigore sbagliato è stato subito accantonato dal Napoli. La sconfitta allo Stadio Maradona - la terza in 25 partite - non avrà alcun riflesso su una stagione che ha straordinarie prospettive per la squadra azzurra, che così in alto non si era trovata neanche ai tempi di Diego.
Nulla è stato finora casuale, ma costruito con bravura, passione e competenza dal club, dal tecnico e dai calciatori. Non ci si deve sorprendere per la sofferenza contro l’ultima in classifica perché cambiare tutti i giocatori di movimento - 10 su 10 - ha provocato un disagio tattico che il Napoli si è trascinato anche nel secondo tempo e nei supplementari, quando sono entrati i big, da Lobotka a Osimhen. Chi conosce il calcio, sa che in pochi minuti i titolari non sempre possono ribaltare un risultato. Aspetto confortante la prova di Simeone, il Cholito che non sbaglia un colpo. Lui c’è come vice di Osimhen, una garanzia per Spalletti (nella foto).
L’allenatore non ha bisogno di fare lunghi discorsi nello spogliatoio nei momenti di euforia come in quelli di delusione.
Il Napoli è quello, non l’altro, nessuno ne dubiti. E continuerà a farsi onore in campionato e in Champions: tra poco più di un mese, il 21 febbraio, c’è il primo match con l’Eintracht a Francoforte, legittimo puntare all’accesso ai quarti anche perché la rosa è tornata al completo, con il recupero di Kvaratskhelia e Rrahmani, in grande spolvero contro i bianconeri, in una notte che Napoli non dimenticherà mai.
Tra due giorni a Salerno si chiude il girone d’andata, già vinto dagli azzurri. Assoluti protagonisti nella prima parte della stagione, un percorso preparato bene da Spalletti e dal suo staff nei mesi in cui vi era un eccessivo e ingiustificato scetticismo sul Napoli. Tutte quelle squadre indicate come candidate al titolo sono molto dietro. Ciò non significa che abbiano alzato bandiera bianca e che vi sarà un cammino sempre agevole per gli uomini di Luciano. L’espressione del gioco e il carattere degli azzurri danno ampie garanzie, d’altra parte. Sabato il derby con la Salernitana, che giocherà con l’orgoglio e la spinta dell’Arechi per fermare la capolista e superare una fase difficile con il tecnico Nicola, il cui esonero è durato una manciata di ore.
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Il Mattino