La serenità senza l'euforia la vera arma di Spalletti

La serenità senza l'euforia la vera arma di Spalletti
Vorremmo vivere altre emozionanti notti come quella di domenica, una delle più belle nella storia del Napoli. La perfetta presentazione della statua di Maradona al popolo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Vorremmo vivere altre emozionanti notti come quella di domenica, una delle più belle nella storia del Napoli. La perfetta presentazione della statua di Maradona al popolo azzurro e la straordinaria prestazione della squadra che ha compiuto la prima fuga. Gli azzurri meritano di stare lassù, tuttavia la partita col Sassuolo a Reggio Emilia rappresenta un test per la tenuta psicologica di un team che ha dimostrato di avere le soluzioni per affrontare l’emergenza causata dagli infortuni di Anguissa e Osimhen.  Il Napoli di un allenatore esperto e lucido come Spalletti avvertirà la pressione di un primato al momento solitario, non più condiviso col Milan?

Pioli e Spalletti stanno gestendo momenti differenti, perché i rossoneri sono apparsi stanchi e gli azzurri in gran forma nell’ultimo turno. Oggi il Milan sfida Shevchenko e il suo Genoa in difficoltà, mentre l’Inter ospita lo Spezia: turni teoricamente più agevoli rispetto a quello che attende il Napoli al Mapei Stadium. La squadra deve cercare di non smarrire la serenità e l’entusiasmo che l’hanno sostenuta (oltre al gioco e alla condizione fisica) nella partita contro la Lazio. Quella di domenica scorsa è stata una prova di maturità perché chi ha sostituito Anguissa e Osimhen lo ha fatto nel modo migliore: Mertens con una partita sontuosa e una doppietta da brividi, lui che vorrebbe regalare uno scudetto al figlio che nascerà in primavera a Napoli; Lobotka con una prestazione vicina alla perfezione, lui che era stato uno dei giocatori meno utilizzati da Gattuso. Al contrario, Spalletti aveva puntato sullo slovacco a inizio stagione, dopo l’infortunio di Demme e prima dell’arrivo di Anguissa. La bellissima partita allo Stadio Maradona ha convinto il tecnico a non cambiare neanche un uomo nella formazione che presenta a Reggio Emilia. È nella filosofia di Luciano non esagerare col turnover, pensando ai tre punti da conquistare più che alla successiva partita (ed è quella delicata con l’Atalanta che risale in classifica).

Il Sassuolo non sta ripetendo le stagioni di De Zerbi, tuttavia l’esordiente tecnico Dionisi si è tolto grandi soddisfazioni, come le vittorie in casa di Juve e Milan: il successo di domenica scorsa ha aiutato il Napoli a compiere lo scatto in vetta. I neroverdi hanno finora stentato in casa, vincendo due gare su sette. L’allenatore era partito col 4-2-3-1, poi è passato a un più prudente 4-3-3. Vi sono risorse di qualità in attacco: Berardi ha vinto l’Europeo; Raspadori e Scamacca sono giovani tenuti sotto osservazione dal ct Mancini, probabilmente anche per i playoff mondiali. Dionisi e Spalletti vengono dalla stessa scuola di Empoli, dove - come ha detto Ulivieri a Radio Kiss Kiss - si apprende l’arte di sfruttare tutto quello che una piccola società ti mette a disposizione, portandosi questo valore dietro nel corso della carriera. E infatti Luciano niente ha chiesto a De Laurentiis sedendosi sulla panchina azzurra: sapeva, d’altra parte, di avere un organico competitivo, rimasto fuori dalla Champions per un punto.

Mertens ha ripreso il comando dell’attacco azzurro, in cui devono riemergere le figure di Insigne e Lozano. Il capitano è a un gol da Maradona (114 contro 115) e lo cerca su un campo dove nello scorso inverno prima versò lacrime (rigore sbagliato contro la Juve in Supercoppa) e poi schiumò rabbia (pareggio del Sassuolo al 95’). Ora il suo umore è diverso, ha ritrovato il sorriso nella notte dedicata a Diego, dopo qualche problema fisico e i brutti pensieri sul futuro. Il messicano non è stato più il devastante Chucky visto nella prima parte della scorsa stagione. Gli manca continuità, nell’uno contro uno non è brillante e inquadra poco la porta. Ma anche questo può riuscire a sistemare Spalletti grazie alla serenità data dai risultati. La serenità e non l’euforia, perché questa ha giocato brutti scherzi in passato. Invece, qui vi sono una squadra sempre sul pezzo e una città che non cede a facili e controproducenti entusiasmi. Questa può essere la chiave per la felicità. 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino