Assalto a Capitol Hill, ucciso l'attentatore: apparteneva ad una «setta islamica militante»

Assalto a Capitol Hill ucciso l'attentatore
A tre mesi dall'assalto al Campidoglio del 6 gennaio un nuovo sanguinoso incidente ha ieri riacceso l'allarme a Washington. Un'auto si è diretta a...

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A tre mesi dall'assalto al Campidoglio del 6 gennaio un nuovo sanguinoso incidente ha ieri riacceso l'allarme a Washington. Un'auto si è diretta a velocità contro il perimetro di protezione intorno al grande palazzo che ospita sia la Camera che il Senato. Dopo aver superato la prima recinzione, aver ferito due poliziotti, uno dei quali mortalmente, la vettura si è schiantata contro una delle barriere di acciaio che formano il secondo cerchio di protezione del Campidoglio. A quel punto il conducente è scattato fuori dall'auto brandendo un coltello e dirigendosi contro gli agenti di guardia, che hanno reagito sparandogli addosso.

L'uomo è stato trasferito in ospedale, dove è spirato poco dopo. Il Campidoglio era al momento semivuoto per il fine settimana di Pasqua. Sia il Senato che la Camera erano in vacanza ma c'erano comunque vari funzionari e impiegati che hanno confermato di aver ricevuto l'allarme della Polizia del Campidoglio («Siamo sotto attacco!») e la richiesta di restare chiusi nei propri uffici.

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A differenza di quel che è successo tre mesi fa durante l'assalto degli estremisti pro-Trump, questa volta i soccorsi sono intervenuti con grande prontezza. Da gennaio, la Guardia Nazionale ha mantenuto circa 2 mila soldati nella capitale proprio per proteggere il palazzo del Congresso, e sono arrivati subito e in assetto antisommossa, nel timore che potessero esserci altri attacchi imminenti. Appena un'ora più tardi, il nuovo capo della polizia capitolina, Yogananda Pittman, ha tenuto una conferenza stampa in cui ha confermato che uno dei suoi agenti era morto per le ferite riportate. Joe Biden, che sta trascorrendo il week-end di Pasqua nella residenza di Camp David, si è detto «devastato» dall'attentato e ha disposto che le bandiere della Casa Bianca vengano esposte a mezz'asta.era stato informato e stava seguendo lo sviluppo della vicenda.

L'attentatore, Noah Green, 25enne dell'Indiana, di origini africane, è stato ricostruito fosse un seguace di Nation of Islam, un movimento afroamericano sorto negli anni 30 che si autodefinisce «setta islamica militante». Le ipotesi si rincorrevano, a partire dall'idea che si fosse trattato di un atto di follia, di un cosiddetto «suicide by cop», la pratica di suicidarsi facendosi sparare dalla polizia. L'uomo - è stato ricostruito - soffriva comunque di turbe mentali.

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Le violenze

Nel 2013 una donna morì in una nuvola di pallottole del servizio segreto quando con l'auto sfondò le barriere della Casa Bianca per poi fare manovra e scappare verso il Campidoglio. Si capì poi che la donna era solo confusa e terrorizzata. L'uomo che ieri ha diretto la sua auto contro la prima barriera difensiva e poi contro la seconda, non sembrava confuso ma solo deciso. Nel momento in cui scriviamo, il suo nome non era ancora stato divulgato e anche la targa dell'auto non era nota.

L'incidente ha comunque riportato prepotentemente alla memoria le violenze dello scorso gennaio quando una massa di manifestanti si erano allontanati dal comizio di Donald Trump per dirigersi, su suo invito, verso il Campidoglio. Allora ci sono state lunghe scene da insurrezione, con violenze e gravi danni. Trecentocinquanta persone che hanno partecipato a quella rivolta sono state incriminate, ma varie delle milizie che vi hanno preso parte continuano nelle loro attività di estrema resistenza al governo federale.
 

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Il Mattino