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È durato nove mesi il lavoro della Federico II e del Polo per l’innovazione di San Giovanni a Teduccio, in collaborazione con il dicastero della Pubblica amministrazione retto dal ministro Paolo Zangrillo, per mettere a punto un’App con la quale si potrà accedere direttamente al portale della Pa. Da dicembre l’App sarà fruibile e questo significa - nella sostanza - che non ci sarà più solamente la Gazzetta ufficiale come strumento per verificare i concorsi e il lavoro che offre la pubblica amministrazione. Basteranno pochi clic sullo smartphone - l’App è l’evoluzione di www.InPA.gov.it, il portale del reclutamento pubblico - per visualizzare i bandi suddivisi Regione per Regione e Provincia per Provincia, tramite una mappa interattiva con tutte le opportunità.
A marzo, quando l’App è stata messa in cantiere, il ministro spiegò proprio da Napoli e da San Giovanni a Teduccio che il nuovo strumento «sarebbe servito ad avvicinare i giovani alla pubblica amministrazione e alle offerte di lavoro che la stessa propone». Per Zangrillo «il lavoro nel pubblico» non è un lavoro di serie B. La App è una semplificazione che dovrebbe invogliare le nuove generazioni in particolare, che con i telefonini esplorano il mondo, a ragionare su offerte di qualità che possono arrivare non solo da settori privati.
I tanti pensionamenti, gli stipendi certamente più bassi rispetto a quello che offrono le aziende non pubbliche sono fattori che stanno depauperando le amministrazioni a tutti i livelli, da quella centrali fino ad arrivare ai Comuni di qui la speranza che l’App possa attirare nelle Pa forze fresche. Come funziona il nuovo strumento? La parola chiave è semplificazione.
Ma la platea di persone potenzialmente interessate ai bandi, secondo il ministero della Pubblica amministrazione è di circa 24 milioni di individui. L’introduzione dell’informatica nella Pa - il ragionamento che filtra dal ministero - non è un fine in sé, ma un mezzo per attuare i principi della buona amministrazione. «L’app – sottolinea il ministro Zangrillo – è una soluzione all’avanguardia che aiuterà a cogliere in modo semplice le tante opportunità offerte dalle amministrazioni centrali e locali, che potranno selezionare le migliori professionalità per offrire servizi efficienti a cittadini e imprese». È solo il primo passo di una collaborazione più duratura con la Federico II. Zangrillo infatti ha come modello la School of public management di Napoli e punta a creare nel prossimo futuro una “Accademia per la Pubblica amministrazione”: una sorta fucina di giovani talenti con competenze trasversali, ritenute utili e innovative dalla dirigenza degli enti pubblici. L’idea e anche l’obiettivo è di garantire la piena valorizzazione del capitale umano che deve essere dotato di competenze trasversali e strategiche.
Il Mattino