È durato nove mesi il lavoro della Federico II e del Polo per l’innovazione di San Giovanni a Teduccio, in collaborazione con il dicastero della Pubblica amministrazione retto dal ministro Paolo Zangrillo, per mettere a punto un’App con la quale si potrà accedere direttamente al portale della Pa. Da dicembre l’App sarà fruibile e questo significa - nella sostanza - che non ci sarà più solamente la Gazzetta ufficiale come strumento per verificare i concorsi e il lavoro che offre la pubblica amministrazione. Basteranno pochi clic sullo smartphone - l’App è l’evoluzione di www.InPA.gov.it, il portale del reclutamento pubblico - per visualizzare i bandi suddivisi Regione per Regione e Provincia per Provincia, tramite una mappa interattiva con tutte le opportunità.
A marzo, quando l’App è stata messa in cantiere, il ministro spiegò proprio da Napoli e da San Giovanni a Teduccio che il nuovo strumento «sarebbe servito ad avvicinare i giovani alla pubblica amministrazione e alle offerte di lavoro che la stessa propone».
I tanti pensionamenti, gli stipendi certamente più bassi rispetto a quello che offrono le aziende non pubbliche sono fattori che stanno depauperando le amministrazioni a tutti i livelli, da quella centrali fino ad arrivare ai Comuni di qui la speranza che l’App possa attirare nelle Pa forze fresche. Come funziona il nuovo strumento? La parola chiave è semplificazione. Alla Federico II in questo contesto hanno sviluppato un motore di ricerca che permetterà di filtrare le offerte in base alle proprie esigenze, come categoria, area geografica, stato del concorso, periodo di pubblicazione e trattamento economico. L’obiettivo è sempre lo stesso: invogliare soprattutto i giovani più brillanti, facendo leva anche sulla riduzione dei tempi delle procedure concorsuali negli ultimi mesi. Dal ministero al riguardo forniscono dati incoraggianti: dal 2019 ad oggi, infatti, con la spinta del Pnrr si è passati da un tempo medio di 789 giorni a 169 e il ministro a giugno ha emanato una direttiva che impone un tetto massimo alle procedure di sei mesi. I numeri sono importanti perché saranno circa 170mila i posti di lavoro messi a bando il prossimo anno, per lo più a tempo indeterminato. Al momento sulla piattaforma online InPa sono registrate quasi 1 milione di persone e ad oggi sono stati pubblicati 10.547 tra bandi di concorso e avvisi di ricerca di esperti. Il trend degli accessi giornalieri, poi, è in crescita. Nell’ultimo trimestre si contano in tutto 4.359.451 accessi, per una media pari a circa 46mila al giorno.
Ma la platea di persone potenzialmente interessate ai bandi, secondo il ministero della Pubblica amministrazione è di circa 24 milioni di individui. L’introduzione dell’informatica nella Pa - il ragionamento che filtra dal ministero - non è un fine in sé, ma un mezzo per attuare i principi della buona amministrazione. «L’app – sottolinea il ministro Zangrillo – è una soluzione all’avanguardia che aiuterà a cogliere in modo semplice le tante opportunità offerte dalle amministrazioni centrali e locali, che potranno selezionare le migliori professionalità per offrire servizi efficienti a cittadini e imprese». È solo il primo passo di una collaborazione più duratura con la Federico II. Zangrillo infatti ha come modello la School of public management di Napoli e punta a creare nel prossimo futuro una “Accademia per la Pubblica amministrazione”: una sorta fucina di giovani talenti con competenze trasversali, ritenute utili e innovative dalla dirigenza degli enti pubblici. L’idea e anche l’obiettivo è di garantire la piena valorizzazione del capitale umano che deve essere dotato di competenze trasversali e strategiche.