Il ministro Zangrillo a Caivano: «Luce sugli appalti Pnrr, una task force affiancherà i comunali»

«Dobbiamo dare operatività immediata al Comune, che al momento è paralizzato ed è chiamato a uno sforzo di rinascita che non può non passare dalla qualità di servizi»

Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a Caivano
Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, a Caivano
di Marilicia Salvia
Mercoledì 25 Ottobre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 07:27
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«Vogliamo riportare il sorriso in quegli uffici. Bisogna ritrovare l'orgoglio dell'appartenenza, l'entusiasmo che viene dalla consapevolezza di lavorare nella Casa dei cittadini, per il bene della comunità. Al Comune di Caivano tutto questo oggi manca, perché mancano operatività, efficienza, competenze: di fronte a questa condizione di assoluta emergenza il supporto del Dipartimento della Funzione pubblica è doveroso». Il ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo è arrivato ieri a Caivano con le idee chiare e una soluzione molto pratica in tasca, o per meglio dire in carne ed ossa: una task force composta da dirigenti e funzionari del suo Dipartimento e della controllata Formez, che da stamattina lavoreranno al fianco dei dipendenti nelle stanze del Comune sciolto prima per crisi politica e poi per infiltrazioni di camorra, e attualmente retto da una triade commissariale. 

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Ministro, è un altro commissariamento? Lo Stato si impossessa del Municipio ritenendolo inadeguato da ogni punto di vista, prima quello politico e adesso quello amministrativo?
«Non è così, il personale non è e non potrebbe essere commissariato.

Abbiamo pensato a un modello del tutto nuovo, mai sperimentato prima, che se funzionerà come ci auguriamo sarà replicabile in altre aree disagiate del Paese. Non a caso uno degli articoli emendativi del decreto Caivano prevede l'istituzione di una Unità di missione al Dipartimento della Funzione pubblica, che sia pronta per l'appunto a intervenire dove serve, ribadisco affiancando, e non esautorando i dipendenti».

Non è un mistero, però, che il Comune di Caivano come altri dell'hinterland sia stato condizionato da poteri criminali non solo nell'attività politica: ci sono inchieste che riguardano proprio alcuni dipendenti. Sospettate connivenze più generali e non ancora emerse?
«Di questo si occupa la magistratura. È chiaro però che metteremo sotto la lente attività specifiche delle amministrazioni poi sciolte per infiltrazioni, in particolare appalti e assegnazioni di opere finanziate nell'ambito del Pnrr. Anche Caivano deve poter usufruire di una opportunità così importante, ma in un quadro di totale trasparenza».

E in questo quadro quali poteri avrà la task force?
«Se ci sarà da isolare qualcuno lo si farà: lo dico con gratitudine nei confronti di queste venti persone che hanno accettato con entusiasmo un compito niente affatto facile anche sul piano della sicurezza. Ma l'obiettivo fondamentale è quello di trasferire competenze e restituire motivazione a un personale scoraggiato».

Non sarebbe bastato un corso di formazione?
«In questo momento no. Noi abbiamo due necessità: la prima è dare operatività immediata al Comune, che al momento è sostanzialmente paralizzato ed è chiamato a uno sforzo di rinascita che non può non passare dalla qualità di servizi da offrire a cittadini, famiglie, imprese. La seconda necessità è di medio-lungo periodo: vogliamo che il Comune impari a camminare con le sue gambe. Quindi affiancheremo il personale e supporteremo il lavoro della commissione straordinaria e del commissario di governo, fino a quando il Comune sarà in grado di funzionare in autonomia».

Il sindaco che sarà eletto a suo tempo troverà insomma i benefici dell'opera compiuta dalla task force, ma non più la task force?
«Ipotizziamo una presenza di 24 mesi al massimo. L'affiancamento in costanza di una amministrazione eletta dai cittadini sarebbe più difficile da gestire. A meno che non venga richiesta dallo stesso sindaco attivando l'Unità di missione di cui parlavo».

Il dl Caivano prevede anche la possibilità di nuove assunzioni: non crede che proprio il blocco del turn over abbia ridotto le opportunità di crescita delle competenze e al contempo aggravato i rischi di commistioni con la criminalità?
«Ecco perché stiamo correndo ai ripari. Ci saranno nuove assunzioni, come prevede il dl Caivano, e la task force individuerà i settori in maggiore sofferenza. Più in generale, anche considerando la decisiva sfida della digitalizzazione, nella Pa è indispensabile accrescere i livelli di formazione. Quando insediandomi ho scoperto che a questo capitolo erano dedicate tre ore l'anno non ci ho dormito la notte».

E poi?
«Poi ho firmato una direttiva per portare il minimo a 24 ore. E ho previsto che alla piattaforma di formazione continua Syllabus ci si potesse iscrivere gratuitamente. Oggi la metà dei dipendenti pubblici la frequenta, le iniziative si moltiplicano».

Dorme meglio?
«Sì. Ma sono sempre vigile». 

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