Coronavirus, la guerra dei virologi: scienziati star della tv tra anatemi e smentite

Coronavirus, la guerra dei virologi: scienziati star della tv tra anatemi e smentite
Sono le star del momento, gli onnipresenti in tv e sui social. Ogni programma televisivo ha il suo virologo e scienziato ospite. Alcuni sono fissi, come Roberto Burioni, o Ilaria...

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Sono le star del momento, gli onnipresenti in tv e sui social. Ogni programma televisivo ha il suo virologo e scienziato ospite. Alcuni sono fissi, come Roberto Burioni, o Ilaria Capua. La scienza spiegata a tutti, per spegnere le ansie e i timori per il coronavirus. Ma, se le scelte della politica dipendono dai pareri degli scienziati, conseguenza inevitabile sembra siano anche i contrasti e le divisioni tra virologi. Soprattutto perché sui tempi del virus le certezze sono ancora davvero poche. E, con poche speranze, il ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia, ha rivolto pochi giorni fa un appello proprio agli scienziati: «Chiedo alla comunità scientifica, senza polemiche, di darci dati inconfutabili e non 3 o 4 opzioni per ogni tema. Pretendiamo chiarezza». Ma le certezze sono poche, mentre i contrasti tra scienziati si scatenano a fasi alterne.


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«Ci vorrebbe un po’ di silenzio» scrive la professoressa Angela Santoni, presidente della Siica ( Società italiana di immunologia clinica e allergologia). È l’incipit di un documento che prende le distanza da Giulio Tarro, virologo napoletano primario emerito dell’ospedale Cotugno. Da qualche giorno assai presente in tv e sui giornali, Tarro ha teorizzato che con il caldo il virus scomparirà. In precedenza, sostenuto molto da Vittorio Sgarbi, aveva sminuito la pericolosità del covid-19 considerandolo solo un’influenza più grave. «Chi cita le sue opinioni o lo interpella avrebbe il dovere di controllare il suo curriculum scientifico» scrive la presidente Santoni, che aggiunge: «Già negli anni ‘80, Tarro è stato espulso dalla Società italiana di immunologia allora Gruppo di cooperazione in immunologia». A rincarare la dose, Angela Santoni, che è docente di Immunologia alla Sapienza di Roma, ha bacchettato i media: «Chi ha la responsabilità della comunicazione verifichi l’affidabilità e correttezza della fonte, la correttezza dei crediti scientifici». A scatenare la dura reazione della Siica è stata l’ultima apparizione televisiva di Tarro su La7, ospite via Skype di «Non è l’arena» di Massimo Giletti.

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Ma, prima della presidente della Siica, è stato Roberto Burioni, virologo e docente all’Università Vita-salute San Raffaele di Milano, a scagliarsi contro Tarro. Ospite domenicale fisso nella trasmissione di Fabio Fazio, Burioni, che in un mese è passato da 145mila a 238310 follower su Twitter, aveva ironizzato sulla presunta candidatura di Tarro al premio Nobel, scrivendo sui social: «Tarro è stato candidato al Nobel quanto io a miss Italia». Gli aveva replicato Giulio Tarro: «Deve fare solo passerelle, non faccio polemica con una persona che disse che in Italia non ci sarebbero stati casi di coronavirus». Il riferimento è alle dichiarazioni del 2 febbraio nella trasmissione di Fazio, quando Burioni sostenne: «In Italia il rischio è zero. Il virus non circola e non avviene per caso, ma perché si stanno prendendo delle precauzioni». Prima di Tarro, Burioni aveva fatto polemiche con un altro bersaglio.

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Era Maria Rita Gismondi, responsabile del laboratorio di analisi all’ospedale Sacco di Milano, che aveva dichiarato: «Si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale, a me sembra una follia». Sempre su Twitter, poco prima di pubblicare il suo libro «Virus la grande sfida», Burioni aveva subito polemizzato con la sua collega Gismondi, ironizzando: «Temo abbia lavorato troppo nelle ultime ore, dovrebbe riposarsi». Il Burioni contro tutti si esprime soprattutto su Twitter, dove la sua capacità di comunicazione si sposa con la ormai consolidata notorietà televisiva. «Il miglior virologo del mondo, chi lo interpella controlli prima il suo curriculum» è stato il tweet ironico su Tarro. E, sul sociologo Domenico De Masi intervenuto sulla mortalità dei più anziani colpiti dai virus, ecco il lapidario tweet-commento «geni al lavoro».

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Si è invece per ora smorzata, con una querela dell’ospedale Pascale a «Striscia della notizia», il contrasto sulla cura a base del farmaco antiartrite Tocilizumab, ma per qualche giorno è stata una delle polemiche più presenti sui social. Ancora un virologo, ancora in tv. Stavolta è Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. Ospite di «Carta bianca» il programma di Bianca Berlinguer, fa un accenno alla cura con il farmaco Tocilizumab utilizzato dal Cotugno, su indicazione del professore Paolo Ascierto che lavora all’ospedale dei tumori Pascale di Napoli. Una cura sperimentata con successo su alcuni pazienti, dopo contatti con i medici cinesi. ««Stiamo attenti a non farci male da soli, la cura è nota da tempo e usata dai colleghi di Bergamo» dice Galli. E scatena, il giorno dopo, i commenti ironici di «Striscia la notizia» su Ascierto. Il quale però è il primo a far scattare la sperimentazione dell’Agenzia per il farmaco attivata dal protocollo formalizzato da Paolo Ascierto e dal Pascale che sui social aveva replicato indirettamente a Galli: «Non ci risulta che qualcuno stesse trattando pazienti in contemporanea al Cotugno di Napoli con il farmaco in questione. Saperlo ci avrebbe aiutato. Noi l’abbiamo comunicato affinché tutti fossero in condizione di utilizzare il farmaco». Quel farmaco a Brescia ha ottenuto buoni risultati in 70 pazienti su 100, mentre ieri è stato reso noto che anche l’ospedale Foch, a Suresnes, in Francia, sta sperimentando da alcune settimane il Tocilizumab. Lo dice il giornale France Inter in un’intervista a Felix Ackermann, direttore del dipartimento di medicina interna del Foch Hospital.
 

«Sembra di assistere a un continuo reality show che ha per protagonista la comunità medico-scientifica. In quesato periodo, i battibecchi tra esperti sono i momenti più spettacolari che riescono a fare più ascolti» analizza Francesco Suman, ricercatore di filosofia della biologia all’Università di Padova. I pareri in contrasto, come i continui aggiornamenti di convinzioni creano disorientamento. Il dieci febbraio, ad esempio, il professore Massimo Galli, altro onnipresente negli ormai monotematici programmi di approfondimento televisivo, aveva dichiarato al Corriere della sera: «In Italia la situazione è sotto controllo, le misure assunte stanno contenendo il fenomeno. Il rischio di contagio arriva dai cinesi residenti in Italia». Il vero problema è che ogni scelta politica, ogni decreto dipende dai pareri degli scienziati, che non possono ancora dare certezze sui tempi del fine pericolo. Ha ammonito nella sua intervista al Mattino, l’ex presidente della Corte costituzionale, Giovanni Maria Flick: «Sembra che tutti in Italia siano diventati esperti virologi. A ognuno il suo mestiere, le scelte le fa la politica mentre i tecnici forniscono solo pareri».
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Il Mattino