Più Ztl, una Napoli proiettata all’esterno, con le attività da svolgersi in spazi larghi per rispettare il distanziamento sociale e dunque non perdere migliaia...
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Per conquistare spazio bisogna allargare il progetto a tutta la città. Napoli è città stretta e lunga che si arrampica sulla collina lo spazio è materia preziosa e non tutti possono permetterselo. Nelle periferie, per esempio, ce ne è in abbondanza, un’occasione di rilancio per centri urbani oggi degradati. In questo senso il problema di un dimensionamento che può costare punti di Pil e posti di lavoro ce l’ha la città storica e quella della cartolina, cioè dai Decumani a Piazza Plebiscito, fino Lungomare. Aree dove le Ztl ci sono e andranno allargate e dove sarà possibile, se ne creeranno delle altre per consentire soprattutto al mondo della ristorazione di mettere più tavolini fuori in modo da garantire più po meno gli stessi coperti, magari facendo più turni per il pranzo e per le cene. Soprattutto il Lungomare si presta a questo tipo di operazione. L’allargamento verso il mare dei tavolini e la crescita - va detto - anche dei marciapiede è un progetto che già esiste. Ma fermo al palo da anni e quando sembrava in fase di cantierizzazione è intervenuta la pandemia. Anche le manifestazioni culturali subiranno notevoli mutamenti di struttura, tante saranno le attività spostate in luoghi all’aperto come appunto i parchi. Gli artisti di strada che a Napoli abbondano saranno avvantaggiati.
Il Comune per una volta è già dotato anche di uno strumento urbanistico varato in tempi non sospetti, il Puc - Piano urbanistico comunale - che aiuterà e non poco nel concretizzare la «Fase 2», il Puc porta la firma dell’assessore Carmine Piscopo e le sue 5 linee guida saranno l’impalcatura della ripartenza: «Città accessibile e multi-scalare, città sicura e sostenibile, città accogliente e collettiva, città produttiva e abitabile e città attrattiva e rigenerata». Non una semplice regolamentazione dell’uso del suolo, «ma un piano aperto e flessibile, in grado cioè di adattarsi ai cambiamenti e di dare risposte alle mutate esigenze climatiche, sociali, economiche e strutturali in svolgimento, nella loro proiezione al 2030» racconta l’assessore Leggi l'articolo completo su
Il Mattino