Collegi, destra favorita ma a Napoli e Giugliano sfida aperta fra i tre poli

Collegi, destra favorita ma a Napoli e Giugliano sfida aperta fra i tre poli
Il collegio più contendibile d’Italia per tutti e tre i poli (centrodestra, centrosinistra e M5s), secondo i sondaggisti, è quello di Giugliano. Un dato che...

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Il collegio più contendibile d’Italia per tutti e tre i poli (centrodestra, centrosinistra e M5s), secondo i sondaggisti, è quello di Giugliano. Un dato che rende l’idea di come la sfida in Campania sia durissima, in particolare per i 21 seggi uninominali. In totale 7 a Campania 1 (sui 20 in totale), altrettanti a Campania 2 (18 in totale) e così al Senato su 18 posti disponibili. Con i partiti in trincea perché nella sfida del corpo a corpo si vince anche per un voto in più e occorre non solo mettere il più forte ma sperare che il terzo incomodo, in questo caso i grillini, non dreni voti tuoi. Per questo proprio il Pd in queste ore teme più che il centrodestra. Con l’incognita di non avere previsioni attendibili. Nel 2018 tutti i collegi, tranne uno in Cilento, furono appannaggio del partito di Grillo. E non è chiaro ora come possa orientarsi quel voto degli elettori dell’M5s. 



Il centrodestra, nonostante sia galvanizzato dai sondaggi, sembra orientato a garantire, per alcuni che si presentano nei collegi, un posto anche nel proporzionale. Una maniera per drenare voti, spiegano, ed eventualmente far scattare in caso di vittoria un altro nome nel listino che rimane saldamente in mano ai singoli partiti. Resta solo, nei prossimi giorni, da capire come Fdi, Fi e lega si divideranno i nomi da spedire nei corpo a corpo sui territori. Più complicato, invece, il discorso nel centrosinistra del Pd che ha ancora tempo per allargare l’alleanza con il partito di Luigi Di Maio (ormai probabile) e quello di Calenda. Per ora gli aspiranti parlamentari democrat sono presi dalla paura proprio per la sfide dirette. Perché se Renzi segretario, alle ultime politiche, garantì per alcuni il paracadute nel proporzionale, stavolta Enrico Letta è di parere completamente diverso. «La gente, che non è ingenua, va a vedere se il candidato giusto ha il paracadute oppure no. Il voto che dobbiamo chiedere alle persone è un voto di chiarezza anche su questo: mi gioco tutto, ti chiedo il voto», ha spiegato l’altro giorno il segretario Pd nella direzione nazionale del partito, chiarendo come non ci saranno zattere di salvataggio per chi corre nei collegi. Che rimangono l’obiettivo per vincere le elezioni («tutto si decide - sono sempre le parole di Letta - su 30 collegi uninominali al Senato e 30 alla Camera». Con l’Istituto Cattaneo che, sulla base dei voti delle Europee, assegna come sicuri al centrosinistra solo il collegio alla Camera di Napoli città ma sarebbero contendibili quelli al Senato di Salerno, Torre del Greco ed Acerra. 


Niente è ancora stato stabilito ma è chiaro come si inizino a fare le prime ipotesi per i collegi. Per il Pd su Napoli, tra Camera e Senato, dovrebbero trovare posto due uscenti come Paolo Siani e Sandro Ruotolo, entrambi esponenti della società civile. Il primo indipendente del Pd, il secondo uscente dopo le suppletive del gennaio 2020 confluito prima nel misto e poi con la componente Liberi e Uguali. Il centrodestra, invece, al Senato su Napoli vorrebbe puntare su Sergio Rastrelli, attuale coordinatore del partito, o Domenico Brescia, consigliere comunale e primo degli eletti di Fi. Ma attenzione perché a Napoli, sempre nel collegio, potrebbe scendere in campo l’ex sindaco Luigi de Magistris. Un dettaglio non da poco perché Napoli città di sicuro al centrosinistra sarebbe contendibile anche dal centrodestra. Sul seggio di Giugliano, invece, si punterebbe su Lello Topo, parlamentare democrat uscente ed ex sindaco di Villarica o, in caso di alleanza con il partito di Di Maio, il seggio potrebbe andare all’ex ministro Vincenzo Spadafora. Per il ministro degli Esteri, invece, al di là dei rumors di un posto in Emilia, sarebbe pronto, dicono nel Pd di Napoli, il seggio che insiste nella sua Pomigliano. A Caserta, invece, la sfida potrebbe essere tra il leghista Gianpiero Zinzi e il dem Stefano Graziano. Infine il collegio di Salerno finirebbe a Piero De Luca, vicecapogruppo pd alla Camera, mentre nell’agro Fdi schiera l’uscente Edmondo Cirielli. E proprio per scongiurare l’ipotesi del collegio (che perse nel 2018) consiglieri regionali e sindaci pd del Salernitano hanno firmato una petizione per chiedere un posto da capolista nel proporzionale per il vicecapogruppo uscente.

Intanto De Luca, investito dal partito sul tema dell’autonomia, attacca il partito di Salvini: «La Lega rievoca antichi slogan secessionisti che nulla hanno a che fare con la realtà», è la replica al deputato Alberto Stefani, commissario Lega Veneta per Salvini premier, il quale aveva dichiarato come «l’autonomia è un pericolo solo per chi non ce l’ha».

 

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Il Mattino