Gaiola, brivido kayak: «Sfidiamo le frane»

Gaiola, brivido kayak: «Sfidiamo le frane»
«Ho 18 anni, amo il kayak», sorride Ludovica Rega. Poi passa una mano sullo scoglio della Gaiola. «Purtroppo vedo tanti entrare a Trentaremi o in altre grotte a...

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«Ho 18 anni, amo il kayak», sorride Ludovica Rega. Poi passa una mano sullo scoglio della Gaiola. «Purtroppo vedo tanti entrare a Trentaremi o in altre grotte a rischio». Intorno a Ludovica sostano decine di altri kayak, canoe e canadesi. Un paradiso, eppure «è a rischio frana - dicono dal Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus». E molti dei kayakers non indossano il giubbotto di protezione. Marechiaro, Gaiola, Rocce Verdi, Riva fiorita: il Golfo è pieno di imbarcazioni a remi e pagaie. Nell’area marina protetta arrivano anche gruppi di trenta kayak, guidati dagli istruttori. «Un business senza regolamentazioni chiare – spiega Maurizio Simeone del Csi – Nessuno ha le autorizzazioni per organizzare tour o attività commerciali alla Gaiola. In un’area protetta, in certi casi, potrebbero servire delle royalties». 


Centinaia di punte blu, rosse o gialle che avanzano tra la Casa degli Spiriti e Trentaremi, dalla baia di Marechiaro alla Gaiola. Talvolta c’è pure un po’ di imprudenza: molti remano in mezzo al mare senza giubbotto. Tra una pagaia e l’altra, o sullo scoglio, si fa amicizia: «Abbiamo noleggiato il kayak a Riva Fiorita – racconta Alessio Manzorra – Io lo faccio da anni. Non sono esperto ma mi piace molto. Vedere Napoli e la Gaiola è bellissimo. Il kayak rispetta il mare, spero che il boom venga un po’ regolamentato. Il mare non va preso alla leggera, oggi si sta alzando e non vado a Trentaremi». «Noi lo abbiamo noleggiato a Marechiaro – dice Luca Gallo, che ha «parcheggiato» il kayak uno scoglio più in là – Ci è costato 20 euro fino alle 18. È la prima volta che vengo alla Gaiola. Mi sto divertendo molto. Il noleggiatore ci ha indicato le spiagge in cui andare, stiamo cercando di fare attenzione ai segnali di divieto». 

Ieri, durante la «Campagna kayak etico e sostenibile» lanciata dalla Federazione Italiana Canoa e da Gaiola Onlus (che hanno distribuito vademecum ad appassionati e noleggiatori), si è presentato Francesco Marra, istruttore di Kayak Napoli, con cane a bordo e una trentina di kayakers al seguito: «Siamo una grande realtà», ha detto. Poi, dalla Gaiola si è spostato al largo senza aggiungere altro. «Le frane qui ci sono sempre state – dice Salvatore Anastasio di Associazione Marechiaro Esotica – Avvisiamo i clienti dei rischi, li invitiamo a non andare nelle grotte e gli forniamo giubbotti, poi in mare ognuno fa quello che vuole». 


«Esponiamo foto delle zone interdette e ci adoperiamo per l’ambiente – spiega Giovanni Brun, fondatore di Kayak Napoli – mettiamo a disposizione canoe per ripulire dalla sporcizia: lo abbiamo fatto a Villa Lauro in primavera e abbiamo organizzato una caccia alla plastica a premi a inizio agosto. Quanto ai tour nell’area marina protetta, abbiamo chiesto l’autorizzazione alla Soprintendenza, che ce l’ha concessa dal 2012 fino al 2014 (pagavamo 700 euro all’anno di royalties come associazione, poi siamo diventati srl). In seguito la Sovrintendenza ci ha invitato a non parlare più con loro, ma con Gaiola Onlus, con cui non siamo riusciti a trovare un accordo economico».
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Il Mattino