Imu, a Napoli nessuna proroga: in arrivo una stangata da 600 euro

Imu, a Napoli nessuna proroga: in arrivo una stangata da 600 euro
La proroga tanto attesa dai contribuenti e dalle associazioni di categoria non è arrivata. La scadenza della prima rata dell’Imu 2020 è fissata per domani,...

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La proroga tanto attesa dai contribuenti e dalle associazioni di categoria non è arrivata. La scadenza della prima rata dell’Imu 2020 è fissata per domani, fatta eccezione per pochi Comuni che hanno deliberato il rinvio approfittando dell’autonomia tributaria. Ma non è il caso di Napoli, dove il termine del 16 giugno resta inalterato. E per tante famiglie e imprese, già messe a dura prova dalla recessione, il conto si preannuncia “salato”. Proprio le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria rientrano tra le “situazioni particolari” che, secondo l’Ifel - la fondazione dell’Anci sulla finanza locale - consentono agli enti di rinviare la scadenza dei termini del pagamento o di stabilire esenzioni per alcune categorie. Nonostante questa possibilità, quasi tutti i Comuni - tra i quali Napoli - avevano già deciso di confermare la data e di non prevedere esenzioni, se non quella per le strutture turistiche già sancita dal governo. Dal ministero dell’Economia è giunta poi nei giorni scorsi un’altra precisazione al riguardo. I Comuni possono stabilire una proroga solo sui versamenti che spettano agli stessi enti e non per quelli, come gli immobili produttivi, che rientrano nelle competenze statali. Per una larga maggioranza dei municipi resta, dunque, tutto invariato. Ma alcuni enti grandi e piccoli, da Venezia a Pomigliano d’Arco, hanno optato per una proroga. 


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A Napoli il versamento dell’acconto Imu riguarda tutti i proprietari di fabbricati e di aree fabbricabili, fatta eccezione naturalmente per le abitazioni principali. Per quest’ultimo caso, l’esenzione non scatta, però, per i proprietari di “immobili di lusso”. Ovvero ville e castelli, i cui proprietari saranno chiamati alla cassa. Si tratta, peraltro, di una tipologia di abitazioni poco diffusa in città. Sono esenti solo dalla prima rata i proprietari di alberghi, bed and breakfast ed altre strutture per finalità ricettive, a condizione che il proprietario e il gestore dell’attività siano la medesima persona. Per calcolare l’importo dell’acconto da versare entro domani occorre, anzitutto, soffermarsi su una norma contenuta nella manovra di bilancio dello scorso mese di dicembre, che ha sancito anche l’eliminazione della Tasi e l’accorpamento delle imposte sugli immobili nella sola Imu. «In sede di prima applicazione dell’imposta, la prima rata da corrispondere - recita il comma 762 - è pari alla metà di quanto versato a titolo di Imu e Tasi per l’anno 2019». Se un ipotetico contribuente ha versato, quindi, mille euro in tutto il 2019, per l’acconto di domani ne dovrà pagare 500. Mentre per eventuali rincari fissati dalle delibere successive, o per altri cambiamenti dovuti ad acquisti o cessioni da parte del contribuente, si salderà tutto a conguaglio con la rata di dicembre. 

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Il costo medio dell’acconto in scadenza domani è particolarmente elevato. Secondo uno studio della Uil, l’importo medio dell’Imu sulle seconde case a Napoli ammonta a 640 euro. Un dato che viene fuori da una simulazione effettuata in base ad un ipotetico immobile, la cui rendita catastale è pari alla media delle rendite delle abitazioni cittadine. Il dato per le seconde case in città risulta superiore alla media nazionale di 535 euro. Per l’Agenzia delle Entrate le seconde case - che gli addetti ai lavori definiscono “immobili a disposizione” - a Napoli sono 28.645. Ancora più rilevante, ai fini del gettito complessivo, il numero degli immobili locati, che a Napoli sono oltre 71mila. Per il calcolo del tributo e la stampa dei modelli F24 ci si può avvalere del software di Advanced Systems CALCOLOIMU2020, al link https://www.riscotel.it/calcoloimu/. Il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Napoli Vincenzo Moretta sottolinea che «il governo avrebbe dovuto rinviare il pagamento dell’Imu almeno di 30 giorni perché ci sono migliaia di lavoratori dipendenti che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione, nonostante le rassicurazioni del governo. Ricordo, inoltre, che ci sono ditte individuali, micro e piccole imprese che sono ancora in attesa di sapere dalle banche se e quando verranno erogati i prestiti fino a 25mila euro, nonostante la garanzia al 100% - conclude Moretta - da parte di Mediocredito Centrale».
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Il Mattino