Insigne, Fabian Ruiz e il risorgimento di Spalletti

Insigne, Fabian Ruiz e il risorgimento di Spalletti
Che batticuore, che Napoli. Agganciato il Milan in vetta proprio quando sembrava sfumata la vittoria sul campo della Lazio, che aveva pareggiato il gol di Insigne con Pedro...

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Che batticuore, che Napoli. Agganciato il Milan in vetta proprio quando sembrava sfumata la vittoria sul campo della Lazio, che aveva pareggiato il gol di Insigne con Pedro all’88’. 

Ma la qualità azzurra è riemersa al 4’ di recupero, con un’altra magia, stavolta di Fabian. Altro tiro da fuori, con lo scatenato capitano assistman. E alla fine un’esplosione di gioia, con Spalletti che ha fatto due volte il segno della croce uscendo dal campo. Perché questa è una vittoria benedetta e dà una carica particolare al Napoli in vista dello scontro col Milan che vale lo scudetto.

È stata la notte perfetta all’Olimpico dopo un periodo grigio. Spalletti aspettava una scintilla e lo ha accontentato il capitano, che era uscito giovedì tra i fischi del “Maradona” dopo l’eliminazione dall’Europa League.

Dopo oltre nove mesi Insigne ha segnato su azione. E che gol, di destro da fuori area, un colpo perfetto imparabile per Strakosha. Altrettanto bello quello di Fabian. Battuta la Lazio e agganciato il Milan. Lorenzo ha regalato una magia (su assist di Elmas appena entrato), una di quelle che hanno spinto il Toronto a versargli tanti milioni per portarlo nella Mls, uscendo da settimane grigie, dovute a problemi fisici e non a distrazioni canadesi. Lo ha accompagnato nella ripresa una squadra che è apparsa più incisiva quando è uscito Zielinski ed è entrato Elmas, che ha messo lo zampino anche nell’azione del raddoppio. Maggiore coraggio per non farsi sfuggire la seconda occasione in sette giorni di raggiungere il primo posto, dopo quella sprecata a Cagliari.

Era come se vi fosse una cappa sul Napoli, che nella prima parte della gara non era riuscito a tenere la Lazio distante dalla sua area di rigore e infatti i biancocelesti hanno bruciato dopo soli sei minuti un’ottima occasione per andare in vantaggio con Luis Alberto. I difensori non riuscivano a prendere le contromisure, scavalcati gli esterni da Felipe Anderson e Zaccagni, perfino il boss Koulibaly commetteva errori. È evidente che la squadra aveva accusato il contraccolpo della partita di giovedì scorso contro il Barcellona (e peraltro nello stesso giorno aveva giocato anche la Lazio, eliminata dal Porto).

Lo scenario è cambiato nella ripresa, con quel colpo di Insigne al 62’ che ha restituito il primato al Napoli, seppure condiviso col Milan, almeno fino a domenica. La partita al “Maradona” è carica di suggestioni, anche nel segno di Diego che era il capitano azzurro nelle sfide scudetto dell’88 e del ‘90. Il Milan ha notevolmente rallentato il passo, facendo comunque un po’ meglio dell’Inter. Lo scatto del Napoli metterà pressione sui rossoneri, sconfitti all’andata. Il secondo tempo dell’Olimpico è un importante punto di ripartenza per gli azzurri. Si è rivista quella convinta aggressività che aveva spinto la squadra in testa finché la rosa non ha iniziato a perdere pezzi a causa degli infortuni. Spalletti sta ricomponendo il puzzle: ieri ha concesso dieci minuti a Lobotka, diventato un pilatro del centrocampo, dove potrebbe rientrare Anguissa. Sul piano psicologico, la prestazione di ieri è un vantaggio per il Napoli. Su quello fisico, è uno svantaggio per i suoi avversari dover giocare domani sera la prima semifinale di Coppa Italia contro l’Inter. 

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Il Mattino