Nouhaila è una ragazza di 19 anni nata in Marocco e cresciuta in Alta Irpinia, a Teora, dove è arrivata quando ne aveva tre. Nonostante la giovane età sa bene...
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Il suo stile di vita occidentale è andato inevitabilmente in conflitto con quei principi dell’Islam che sottomettono le donne all’autorità degli uomini. Ed ora lei teme per se stessa e per la madre e le sue sorelle minori di 13 e 10 anni che si erano recate in Marocco per trascorrere il periodo festivo, ma non posso ritornare in Italia perché il fratello ha strappato i loro passaporti, fatto sparire permessi di soggiorno e carte di identità ed ha preso pure dei soldi che la madre aveva messo da parte.
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«Per anni ho subito in silenzio botte ed insulti, umiliazioni e minacce – si sfoga Nouhaila -. Non ho denunciato mio padre solo perché temevo che lui e mio fratello si sarebbero vendicati facendo soffrire mia madre e le mie sorelline. Ora tutte le donne della mia famiglia sono in pericolo. Mia madre in Marocco ha trovato rifugio con le bambine presso la sua famiglia di origine, i suoi fratelli hanno una mentalità molto più emancipata rispetto a mio padre. Lei ha denunciato suo figlio, ossia mio fratello alla polizia locale per i passaporti strappati e gli altri documenti spariti e ora non riesce ad ottenere i documenti necessari per partire. Negli uffici trova un muro di gomma. Gli uomini della mia famiglia non vogliono che le mie due sorelle ritornino in Italia, temono che crescano come me. Mio padre vorrebbe il totale controllo su di me, non voleva che studiassi, non voleva che prendessi la patente, non voleva farmi lavorare, per la disperazione di sentirmi dire che sono una poco di buono nell’agosto di 2019 ho finanche presentato a mio padre un certificato attestante la mia verginità rilasciato dopo una visita ginecologica. Chiedo aiuto alle forze dell’ordine, al comune di Teora, all’Italia. Solo se ci sarà un intervento diplomatico, mia madre e le mie sorelle potranno rientrare. Per quanto mi riguarda voglio essere protetta dalla violenza di mio padre e di mio fratello. Da quando ho detto loro che ho un ragazzo italiano che vuole sposarmi ed è disposto anche a convertirsi alla religione musulmana per rendere valido il matrimonio pure in Marocco, sono letteralmente impazziti, minacciano di ammazzarci entrambi. Tra pochi giorni mi scade il contratto di lavoro a Modena, come faccio a ritornare a Teora a casa visto che lì c’è mio fratello ad aspettarmi?». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino