«Le mie sorelle bloccate in Marocco
perché papà non le vuole occidentali»

«Le mie sorelle bloccate in Marocco perché papà non le vuole occidentali»
di Paola De Stasio
Martedì 7 Gennaio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 12:01
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Nouhaila è una ragazza di 19 anni nata in Marocco e cresciuta in Alta Irpinia, a Teora, dove è arrivata quando ne aveva tre. Nonostante la giovane età sa bene come possono variare le sfumature della vita, dalle gradazioni di colore del Sahara al verde dei crinali irpini, ai toni opachi, bui delle menti dominate dall’integralismo, in questo caso quello familiare del padre e del fratello. Da qualche mese si trova in provincia di Modena, dove ha un contratto di lavoro che scadrà tra pochi giorni, è andata via per sfuggire alle minacce del padre e del fratello che l’accusano di essere troppo libera, ribelle, emancipata. La insultano da anni con frasi oltraggiose ed offensive.

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Il suo stile di vita occidentale è andato inevitabilmente in conflitto con quei principi dell’Islam che sottomettono le donne all’autorità degli uomini. Ed ora lei teme per se stessa e per la madre e le sue sorelle minori di 13 e 10 anni che si erano recate in Marocco per trascorrere il periodo festivo, ma non posso ritornare in Italia perché il fratello ha strappato i loro passaporti, fatto sparire permessi di soggiorno e carte di identità ed ha preso pure dei soldi che la madre aveva messo da parte. Ieri si sono riaperte le scuole e le due sorelline marocchine non erano ai loro posti tra i banchi della scuola media ed elementare di Teora. Se non ci sarà un interessamento da parte di ambasciata o consolato italiano difficilmente potranno rientrare. Della vicenda si stanno interessando - dopo la denuncia di Nouhaila - i carabinieri di Sestola, in provincia di Modena, di Teora e della compagnia di Sant’Angelo dei Lombardi ed il Consorzio dei Servizi sociali «Alta Irpinia». Il sindaco di Teora, Stefano Farina, ha convocato il fratello minore di Nouhaila, l’unico della famiglia al momento in Italia, rientrato da qualche giorno dal Marocco, mentre il padre 5 giorni fa è partito per il paese arabo. Sollecitato da un attivista dei 5 Stelle, di questa storia è stato investito il deputato pentastellato Michele Gubitosa. Una vicenda resa molto complessa da dinamiche familiari, scontri generazionali, confronti di stili di vita.


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«Per anni ho subito in silenzio botte ed insulti, umiliazioni e minacce – si sfoga Nouhaila -. Non ho denunciato mio padre solo perché temevo che lui e mio fratello si sarebbero vendicati facendo soffrire mia madre e le mie sorelline. Ora tutte le donne della mia famiglia sono in pericolo. Mia madre in Marocco ha trovato rifugio con le bambine presso la sua famiglia di origine, i suoi fratelli hanno una mentalità molto più emancipata rispetto a mio padre. Lei ha denunciato suo figlio, ossia mio fratello alla polizia locale per i passaporti strappati e gli altri documenti spariti e ora non riesce ad ottenere i documenti necessari per partire. Negli uffici trova un muro di gomma. Gli uomini della mia famiglia non vogliono che le mie due sorelle ritornino in Italia, temono che crescano come me. Mio padre vorrebbe il totale controllo su di me, non voleva che studiassi, non voleva che prendessi la patente, non voleva farmi lavorare, per la disperazione di sentirmi dire che sono una poco di buono nell’agosto di 2019 ho finanche presentato a mio padre un certificato attestante la mia verginità rilasciato dopo una visita ginecologica.

Chiedo aiuto alle forze dell’ordine, al comune di Teora, all’Italia. Solo se ci sarà un intervento diplomatico, mia madre e le mie sorelle potranno rientrare. Per quanto mi riguarda voglio essere protetta dalla violenza di mio padre e di mio fratello. Da quando ho detto loro che ho un ragazzo italiano che vuole sposarmi ed è disposto anche a convertirsi alla religione musulmana per rendere valido il matrimonio pure in Marocco, sono letteralmente impazziti, minacciano di ammazzarci entrambi. Tra pochi giorni mi scade il contratto di lavoro a Modena, come faccio a ritornare a Teora a casa visto che lì c’è mio fratello ad aspettarmi?».

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