OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La serie di vittorie consecutive del Napoli si è interrotta all’Olimpico. Spalletti non avrebbe voluto fermarsi qui, in quella che era stata la sua casa e dove è stato accolto da fischi e striscioni ostili (e a un certo punto ha alzato la mano per rispondere ai suoi ex tifosi): la storia di Totti, che non è stata una sola fiction, ha lasciato il segno. Il pareggio di Roma non consente agli azzurri di effettuare il controsorpasso in testa, adesso al comando della classifica sono affiancati dal Milan che ha vinto soffrendo le ultime due gare con Verona e Bologna. Le due protagoniste degli anni Ottanta non erano appaiate lassù da trent’anni, autunno del ‘91, immediato post Maradona.
Il Napoli non ha trovato la via del gol - non accadeva dal dicembre 2020 - e neanche ne ha subiti.
I contenuti agonistici sono stati superiori a quelli tecnici, ne è uscita una partita tesa perché Napoli e Roma avevano molto da giocarsi, terminata con l’espulsione di Mourinho e Spalletti. Non essendovi stati i gol di Osimhen e Abraham è stato l’arbitro Massa a voler salire sulla ribalta, non soltanto con i rossi ai due allenatori che non avevano avuto atteggiamenti irriguardosi nei suoi confronti. La gestione della partita è stata sbagliata, ad esempio Abraham avrebbe meritato la seconda ammonizione (quindi rosso) per il calcio in faccia a Zielinski alla fine del primo tempo e qualche dubbio ha lasciato il calcio di Vina ad Anguissa nella ripresa. Ha ragione Gasperini, il tecnico dell’Atalanta, altro espulso di giornata, a chiedere rispetto e spiegazioni. Il silenzio degli arbitri è sbagliato.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino