Giugliano. «Vedere i beni confiscati ancora inutilizzati è come assistere ad una sconfitta delle istituzioni e dello Stato perché qualcuno può pensare che si stava meglio...
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«La venuta della commissione prefettizia è stata una grande occasione per questo comune, un'occasione per svegliarsi dal sonno della ragione, di chi ha fatto sempre finta di pensare che qui si stava bene perché il clan portava lavoro, faceva fare affari, era sempre disponibile». In questa città «la camorra l'ha fatta da padrona, aveva il controllo ferreo del sistema economico. L'operazione di scioglimento ha svelato che il re era nudo». Di fronte alla villa inaugurata ieri, c’è un’ex concessionaria, ormai ridotta a uno scheletro di cemento. Nel 2009 l’allora ministro Clemente Mastella l’aveva indicata come sede del Tribunale di Giugliano, poi finita ad Aversa.
«Caso più unico che raro, il tribunale col nome di questa città è stato poi realizzato ad Aversa per colpa dell’insipienza della classe dirigente di questo Paese». Per Cantone, che ha tagliato il nastro dell’ex villa bunker con i tre membri della commissione prefettizia, quindi ora la riapertura è la prova del «tentativo che lo Stato ha messo in campo con tante difficoltà e con tutti i limiti di una legislazione che fa acqua da tutte le parti, per provare a dare un segnale alla collettività». Poi, aggiunge: «Questo è solo un piccolo bene, ma ce ne sono altri ancora inutilizzati. Sono reduce da Belgrado, dove per ragioni ideologiche hanno lasciato i palazzi con i segni delle bombe della Nato - dice - Allo stesso modo, lasciare sventrati questi beni a Giugliano può servire a ricordarci cosa si nascondeva dietro questo sfarzo, chi ha rubato il nostro futuro. Per cambiare, però, non dobbiamo guardare solo al passato: bisogna utilizzare questi immobili in prospettiva credendo con forza nella legalità e nel rispetto delle regole. È necessario scongiurare il rischio che dopo il taglio dei nastri ci sia il nulla».
«Bisogna scongiurare il rischio - insiste Cantone - che i commissariamenti dei comuni sciolti per camorra siano solo una parentesi tra il prima ed il dopo. Sarebbe interessante andare a vedere per quante centinaia di opere pubbliche sono stati tagliati i nastri e poi c'è stato il nulla, o quante volte le stesse opere sono state inaugurate». Cantone è stato accolto dai piccoli del Quarto Circolo, destinato a essere intitolato a don Peppe Diana, e dagli studenti del liceo Kant. Ai ragazzi ha detto che «non bisogna fare un mito della criminalità e che vanno bene quelle operazioni di narrazione in cui perdono quell’aurea di invincibilità su cui si basa la loro forza». E sulla terra dei fuochi: «È un tema che è stato a lungo sottovalutato o raccontato con un approccio sbagliato. La vicenda dei roghi tossici non ha nulla a che vedere con la criminalità; il problema serio è l'interramento dei rifiuti nocivi e tossici. Ora se ne parla sempre di meno sui giornali. Ma non è vero che c'è stata sottrazione di risorse». Poi, si chiede: «Dove sono le migliaia di cittadini che sono scesi in piazza? Il sacco di questo territorio è avvenuto nel silenzio assoluto di una parte dei cittadini, silenzio che vale a tutti gli effetti come una complicità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino