Incastrati dalle telecamere. E da quel senso di onnipotenza tipico di certi giovani della Malanapoli che, con una pistola in mano, si sentono invincibili e padroni del territorio....
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Ad inchiodare i due pistoleri, 22 anni Sammarco e 23 Grasso (cugino del baby rapinatore freddato dai colpi della pistola d’ordinanza di un carabiniere libero dal servizio a Santa Lucia) ci sarebbero diversi elementi di prova. E probabilmente non soltanto le immagini registrate in tempi diversi e in luoghi differenti (gli interni dell’ospedale dei Pellegrini e gli esterni compresi tra piazza Carità, via Morgantini e zone limitrofe alla sede del comando provinciale dei carabinieri). Ma procediamo con ordine.
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Ma prima di entrare nei dettagli, facciamo un passo indietro. Intorno all’una della notte tra sabato e domenica la voce dell’uccisione di Ugo Russo (che a 15 anni e in compagnia di un complice di due anni più grande di lui aveva tentato di rapinare il Rolex del militare in abiti borghesi impugnando una pistola giocattolo) arriva ai Quartieri spagnoli e si sparge di vicolo in vicolo, di basso in basso.
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Da Vico Salita Paradiso, dove la vittima abitava, inizia a montare un’ondata di rabbia furiosa. Incontenibile. La furia umana si riversa come un fiume in piena con decine e decine di uomini e donne che assaltano il pronto soccorso dell’ospedale della Pignasecca. Le telecamere esterne e soprattutto interne permetteranno agli specialisti del reparto scientifico dei carabinieri di compiere un lavoro certosino di ricostruzione, permettendo di arrivare a tante identificazioni dei teppisti autori delle devastazioni: tra loro comparirebbero anche Sammarco e Grasso.
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Ma c’è molto di più. Perché quando gli stessi investigatori iniziano a passare al setaccio altri fotogrammi - quelli che hanno ripreso la sparatoria contro la caserma di via Morgantini - ecco arrivare l’elemento che consente di chiudere il cerchio: i due centauri con il volto coperto da caschi e scaldacollo hanno non solo una chiara rassomiglianza con i due giovani, ma indossano gli identici abiti già ripresi al pronto soccorso poco prima. E forse - ma questa è solo un’indiscrezione che circola senza trovare però alcun riscontro ufficiale - per uno di loro viene riconosciuto anche un vistoso tatuaggio sul corpo. Sono state eseguite anche sofisticate analisi fisiche ed antropometriche che hanno confermato i sospetti.
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Il resto - ma su questo punto la conferma arriverà solo dopo l’udienza di convalida - lo hanno aggiunto probabilmente anche alcune intercettazioni, telefoniche o ambientali, dalle quali potrebbero essersi aggiunti ulteriori e convergenti elementi di prova a carico dei due giovani indagati.
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Il Mattino