Minore ucciso a Napoli e raid contro la caserma, i due arrestati incastrati dai tatuaggi

Minore ucciso a Napoli e raid contro la caserma, i due arrestati incastrati dai tatuaggi
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 11 Marzo 2020, 00:00 - Ultimo agg. 18:16
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Incastrati dalle telecamere. E da quel senso di onnipotenza tipico di certi giovani della Malanapoli che, con una pistola in mano, si sentono invincibili e padroni del territorio. Vincenzo Sammarco e Giovanni Grasso - i due giovani finiti in carcere lunedì perché ritenuti responsabili degli spari esplosi ad altezza d’uomo contro la caserma Pastrengo poche ore dopo l’uccisione da parte di un carabiniere del 15enne Ugo Russo - dovranno comparire domani davanti al giudice per le indagini preliminari chiamato a convalidare l’arresto per l’assurdo raid contro il comando provinciale dell’Arma di Napoli.

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Ad inchiodare i due pistoleri, 22 anni Sammarco e 23 Grasso (cugino del baby rapinatore freddato dai colpi della pistola d’ordinanza di un carabiniere libero dal servizio a Santa Lucia) ci sarebbero diversi elementi di prova. E probabilmente non soltanto le immagini registrate in tempi diversi e in luoghi differenti (gli interni dell’ospedale dei Pellegrini e gli esterni compresi tra piazza Carità, via Morgantini e zone limitrofe alla sede del comando provinciale dei carabinieri). Ma procediamo con ordine.

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Ma prima di entrare nei dettagli, facciamo un passo indietro. Intorno all’una della notte tra sabato e domenica la voce dell’uccisione di Ugo Russo (che a 15 anni e in compagnia di un complice di due anni più grande di lui aveva tentato di rapinare il Rolex del militare in abiti borghesi impugnando una pistola giocattolo) arriva ai Quartieri spagnoli e si sparge di vicolo in vicolo, di basso in basso. 

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Da Vico Salita Paradiso, dove la vittima abitava, inizia a montare un’ondata di rabbia furiosa. Incontenibile. La furia umana si riversa come un fiume in piena con decine e decine di uomini e donne che assaltano il pronto soccorso dell’ospedale della Pignasecca. Le telecamere esterne e soprattutto interne permetteranno agli specialisti del reparto scientifico dei carabinieri di compiere un lavoro certosino di ricostruzione, permettendo di arrivare a tante identificazioni dei teppisti autori delle devastazioni: tra loro comparirebbero anche Sammarco e Grasso.

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Ma c’è molto di più. Perché quando gli stessi investigatori iniziano a passare al setaccio altri fotogrammi - quelli che hanno ripreso la sparatoria contro la caserma di via Morgantini - ecco arrivare l’elemento che consente di chiudere il cerchio: i due centauri con il volto coperto da caschi e scaldacollo hanno non solo una chiara rassomiglianza con i due giovani, ma indossano gli identici abiti già ripresi al pronto soccorso poco prima. E forse - ma questa è solo un’indiscrezione che circola senza trovare però alcun riscontro ufficiale - per uno di loro viene riconosciuto anche un vistoso tatuaggio sul corpo. Sono state eseguite anche sofisticate analisi fisiche ed antropometriche che hanno confermato i sospetti.
 

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Il resto - ma su questo punto la conferma arriverà solo dopo l’udienza di convalida - lo hanno aggiunto probabilmente anche alcune intercettazioni, telefoniche o ambientali, dalle quali potrebbero essersi aggiunti ulteriori e convergenti elementi di prova a carico dei due giovani indagati.
 
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