Napoli: fogna ostruita e dissesti nel sottosuolo, le tombe al cimitero si sollevano

Napoli: fogna ostruita e dissesti nel sottosuolo, le tombe al cimitero si sollevano
C’è un’area del cimitero monumentale di Poggioreale nella quale, dalla metà di febbraio, è vietato entrare perché c’è un...

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C’è un’area del cimitero monumentale di Poggioreale nella quale, dalla metà di febbraio, è vietato entrare perché c’è un imminente rischio di crolli. Si tratta di una zona che comprende un paio di vialetti, qualche cappella privata ma, soprattutto l’edificio dell’arciconfraternita di Santa Maria delle Grazie e San Pietro dei Gattoli: cinque piani fuori terra più due interrati, mille defunti davanti ai quali nessuno può pregare ormai da un mese. E sapete perché quella porzione del cimitero di Poggioreale si sta ripiegando? Perché c’è una condotta fognaria ostruita, e l’acqua che non trova sfogo finisce inesorabilmente nel terreno circostante, minando le fondamenta degli edifici.


Dall’esterno il “movimento” del terreno e degli edifici sembra quasi impercettibile, ti accorgi di quanto s’è “piegata” la struttura dell’arciconfraternita solo quando arrivi al piano che s’infila sottoterra, quello con tante fosse dove avvengono le tumulazioni.
Laggiù i movimenti del terreno hanno generato una macabra danza di marmi che si sono prima leggermente smossi poi si sono definitivamente sollevati. Man mano che i cedimenti proseguono, quelle lapidi si alzano sempre più: la questione è particolarmente drammatica nelle parole di un addetto cimiteriale di passaggio il quale spiega che «lì sotto ci stanno i morti “freschi” perciò è ancora peggio». Eviteremo di scendere in ulteriori dettagli. Chi, purtroppo, ha esperienza di cimitero, avrà capito e comprenderà anche il problema sanitario che potrebbe nascere.


A lanciare l’allarme furono gli addetti dell’arciconfraternita quando iniziarono a notare profonde spaccature sull’intonaco rifatto un paio d’anni fa. Quelle spaccature crescevano di giorno in giorno, così la preoccupazione diventò generalizzata e condivisa. Tecnici del Comune si sono alternati alla ricerca del problema, subito individuato nell’occlusione di gran parte della portata delle fogne che corrono proprio sotto quella zona. 
Alcuni addetti sostengono che il problema è nato un paio d’anni fa quando, in occasione del 2 novembre, per ricoprire le profonde buche nell’asfalto dei vialetti, venne gettato uno spesso manto di brecciolino. Alle prime piogge, quel pietrisco è stato immediatamente trascinato via e, attraverso le grate, sarebbe finito proprio nelle condotte fognarie occludendole.



Proprio andando a caccia del problema, gli addetti del Comune hanno eseguito una “pulizia” delle fogne. Quel che è stato recuperato, secondo gli addetti cimiteriali, è stato “smaltito” su una scaletta all’interno dell’area vietata, ma su questo dettaglio ci permettiamo di dubitare. Non ci crediamo... Dai giorni dei sopralluoghi e della sommaria pulizia iniziale, spiegano a Poggioreale, non s’è visto più nessuno, eppure i problemi crescono, ne è testimonianza anche il costante allagamento delle aree ipogee della struttura coinvolta. A rimettere a posto i muri (e le tombe) dell’arciconfraternita, dovrà essere la Diocesi, titolare della proprietà di quella struttura. Però finché il problema della fogna occlusa non sarà eliminato, i lavori non inizieranno. 


Intanto quei mille morti restano ancora “prigionieri” e i marmi delle tombe continuano a sollevarsi. A voi, lettori, sembra il racconto di una città “normale”?
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Il Mattino