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La differenza la fanno sempre i campioni. La Juve ha piegato il Napoli con i gol di Ronaldo e Dybala e ha conquistato una vittoria preziosa per la lotta Champions, portandosi a +3 sugli azzurri. Che sono scivolati al quinto posto, a due lunghezze da quella piazza che garantisce l’accesso alla più importante competizione internazionale. Il Napoli se l’è giocata bene nel secondo tempo e forse il corso delle cose sarebbe stato differente se l’arbitro Mariani avesse sanzionato il fallo da rigore di Alex Sandro su Zielinski allo scadere della prima frazione. Al 90’ è stato poi concesso il penalty agli azzurri (Chiellini su Osimhen), trasformato in maniera impeccabile da Insigne.
Il Napoli ha provato a costruire la rimonta ma non ha i mezzi della Juve. CR7, Dybala ma anche (e soprattutto) lo straordinario Chiesa, che De Laurentiis avrebbe seguito nelle stagioni fiorentine, fino al 2019. Mertens ha passeggiato, capitan Lorenzo è stato per un tempo nell’ombra e poi il più attivo nella costruzione offensiva, Lozano non è al momento quello ammirato prima dell’infortunio subito nel match di febbraio contro i bianconeri. Aver inserito a inizio ripresa Osimhen e Politano ha consentito al Napoli di essere più pericoloso, ma non di superare la barriera bianconera perché il 43enne Buffon - a sorpresa schierato al posto di Szczesny - c’è stato sempre sui tiri più insidiosi (Di Lorenzo, Insigne e Fabian) prima del raddoppio di Dybala, a segno quattro minuti dopo l’ingresso in campo.
La partita era stata subito in salita.
I bianconeri si sono piazzati perfino in otto dietro alla linea della palla difendendo il vantaggio, con Gattuso che lanciava anche Koulibaly nella trequarti avversaria per creare maggiore pressione, come poi è accaduto nella ripresa, con gli azzurri che sono anche arrivati al gol su rigore grazie a Insigne, troppo tardi però: è stata la rete della bandiera in una sfida equilibrata dove i fuoriclasse sono stati decisivi. E quelli il Napoli non li ha mai avuti e non può certo costruirli Gattuso, o chi tra pochi mesi prenderà il suo posto.
La sconfitta fa male e riporta il Napoli - anche se di poco - fuori dalla zona Champions. Ma non deve essere una resa perché l’atteggiamento della squadra è cambiato nelle ultime settimane. Ci sono coraggio e gioco, contro la Juve sono mancati i finalizzatori. Basta guardare i dati: possesso palla, Napoli 52 per cento e Juve 48 per cento; tiri, Napoli 15 (5 in porta) e Juve 12 (3). Purtroppo per Gattuso, a prescindere dagli infortuni, Mertens sta vivendo una stagione altalenante, con spunti di grandi classe - le punizioni contro Roma e Crotone - e dannose pause. Osimhen è un lottatore ed è stato bravo a procurarsi il rigore ma deve cominciare a inquadrare la porta. Questa era come una finale, ma in realtà non lo era perché restano da giocare altre nove partite e ai vertici della classifica c’è una sola squadra che ha un passo tremendamente regolare, l’Inter, che nel recupero contro il Sassuolo ha vinto la decima gara di fila e si è portata a +11 sul Milan, dunque a pochi centimetri dallo scudetto.
Le altre procedono a strappi e di questo deve poter approfittare Gattuso, che già poche settimane fa ha saputo rimettere in carreggiata gli azzurri. La classifica incoraggia la speranze: il Napoli è quinto, a ridosso di Juve e Atalanta, e alle sue spalle la Lazio è a 4 punti e la Roma a 5. Ma dopo la caduta a Torino non sono possibili altri passi falsi e Rino lo ha già detto agli azzurri.
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