Salve sono Marco, studio Ingegneria civile, e con la smart card ho messo a tavola qualità e risparmio», strilla la pubblicità del settore ristorazione...
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Criptica la nota che si rivolge «agli studenti fruitori del Servizio Ristorazione, nonché ai gestori delle Ditte affidatarie della somministrazione pasti» in cui si definisce «che il Servizio Ristorazione è sospeso per il perfezionamento degli adempimenti necessari all’approvazione del Bilancio. Sarà cura dell’Amministrazione comunicare il momento della ripresa del Servizio». Un giorno, una settimana, un mese? Non si sa. Ma la cosa spiacevole è stata per gli studenti scoprirla dopo aver consumato il pasto in una delle ditte convenzionate. «Al momento di pagare, gli studenti che erano in un bar hanno dato la smart card, ma gli è stato detto che non la potevano accettare e servivano contanti» spiega Mimmo Petrazzuoli, coordinatore nazionale della Confederazione degli Studenti. Nella nota viene specificato che la sospensione riguarda tutti gli studenti dell’Università Federico II, Parthenope e l’Orientale. «Stiamo parlando di migliaia di studenti – continua Petrazzuoli – perché il servizio viene erogato non soltanto ai vincitori di borse di studio, ma qualsiasi studente può fare richiesta». Ogni pasto ha il costo medio di circa 6 euro (se si opta per primo, secondo e contorno), metà a carico dell’Adisu e l’altra metà a carico dello studente, mentre la quota dei vincitori di borse di studio, cioè più bisognosi, è inferiore.
Adesso i pasti negli esercizi convenzionati (bar, ristoranti, trattorie, pizzerie) e nelle mense universitarie dovranno essere pagati per intero dagli studenti, che sommati ai 5 giorni a settimana diventano cifre elevate da poter essere sostenute.
Il Mattino