Il caso Milik è al momento una sconfitta per tutti. Per l’attaccante, che dopo aver annunciato di voler restare a Napoli fino alla scadenza del contratto (giugno...
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Anche le vie del mercato sono infinite ed è probabile che da qui al 5 ottobre le strade di Milik e del Napoli si separino, anche se Arek si è sentito ferito prima dalla esclusione dai convocati per le ultime amichevoli precampionato - notizia anticipata dal Mattino - e poi dalla decisione della Juve di puntare su un altro attaccante. Ecco perché il polacco ha comunicato al direttore sportivo Giuntoli che resterà qui fino alla scadenza del contratto, andando contro le decisioni del club, le sue stesse intenzioni e i suggerimenti del procuratore napoletano che gli è stato vicino in questi mesi. Quello di Milik sarebbe un ricatto se la porta della Juve fosse ancora aperta per lui, ma non lo è e quindi, se non vuole trascorrere una stagione in tribuna (con il rischio di perdere il posto nella nazionale polacca), dovrà cercare l’accordo col Napoli su una cessione. Che sarebbe alla Roma, peraltro concorrente degli azzurri per un posto in Champions, e non a una squadra di serie B.
È vietato dai regolamenti trattare con un calciatore sotto contratto, ma i regolamenti li rispettano in pochi e dunque non c’era da meravigliarsi dei colloqui molto approfonditi e delle intese già raggiunte tra i rappresentanti di Milik e la Juve durante il lockdown. In quegli stessi giorni erano cominciate le telefonate tra Gattuso e Osimhen, ma il presidente del Lille, Lopez, era stato correttamente informato da De Laurentiis. Che si è sentito tradito dal polacco perché gli era stato molto vicino nei primi due anni, in cui aveva giocato complessivamente 40 partite dopo aver subito gravi infortuni alle ginocchia: non gli era stato assegnato il posto da titolare ma neanche era stato scaricato. Arek aspirava a cifre superiori rispetto a quelle prospettate per il rinnovo e, comunque, il Napoli non aveva risposto con un rilancio, ma acquistando Petagna e Osimhen.
C’è ancora modo per fermare questo muro contro muro che danneggia sia Milik che il Napoli, costretto eventualmente a pagare per un anno un calciatore senza farlo giocare, proprio in questa stagione in cui De Laurentiis punta a ridurre drasticamente il monte ingaggi perché non ci saranno gli introiti Champions. Il rapporto con il club si era esaurito ancor prima della comunicazione di Gattuso: Milik, che evidentemente aveva ritenuto inadeguata la proposta del Napoli interpretandola come un segnale di sfiducia, aveva offerto prestazioni inguardabili nelle ultime partite post-lockdown. Eppure, le sue cifre non erano state così negative nella stagione 2019-2020: ha avuto una media realizzativa di 0.40 gol, superiore a quelle di Mertens (0.38) e di Insigne (0.28). Ma il Napoli ha deciso di voltare pagina, rinnovando il contratto di Dries - con Sarri, Ancelotti e Gattuso sempre la prima scelta per l’attacco - e prendendo due punte. Ora la società provi a riaprire il canale della trattativa e a trovare una soluzione, pur sapendo che non potrà incassare i 40 milioni che De Laurentiis reclamava. Non è la prima volta in cui il Napoli inizia un’annata con giocatori prossimi allo svincolo: era accaduto con Reina nell’ultimo campionato di Sarri; con Callejon e Mertens nella scorsa stagione e ora, oltre a Milik, ci sono Hysaj e Maksimovic. Chi opera sul mercato sa che esiste il rischio di un corto circuito, come quello accaduto col polacco, quando la trattativa per il rinnovo non si definisce per tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino