OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
C’è un buco nero all’ingresso di Napoli, si chiama Piazza Garibaldi. Come per un maleficio, sembra risucchiare ogni progetto di recupero, ogni sogno di rilancio, ogni proposito di riscatto, in un pozzo di degrado, che alza assordante il suo rumore, detta il suo tempo, contamina di sé, come un Re Mida all’incontrario, tutto quello che si avventura nel diametro del cerchio imperfetto che si irradia dai binari della Stazione centrale e si allarga verso il mare, da un lato, verso il centro storico, dall’altro, e sembra la tremante onda lenta di un terremoto costante, così piano da essere impercettibile ma così infiltrante da rendere vano ogni tentativo di stare in piedi.
Eppure ci hanno provato. Per una volta non si può parlare di disinteresse quanto, invece, di un naufragio continuo, la collisione perpetua della buona volontà sulla lesione nascosta del male incurabile. Lato destro, lato sinistro della piazza, un lunghissimo cantiere, poi l’inaugurazione nel 2019: i percorsi pedonali rimessi a nuovo, l’arredo urbano, il parcheggio, le panchine, un campo di basket, perfino un anfiteatro in pietra, i giochi per i bambini, un selciato calpestabile, la pubblica illuminazione, gli alberi, le aiuole. Le carte, per una volta, erano tutte in regola. Ma anche quel grande progetto, così atteso, e così ammirato, si è sporcato, e ci è voluto pochissimo, qualche mese. È tornato il suk. Sono tornati perfino i giocatori delle tre carte, i motorini sui marciapiedi, le bancarelle che tolgono lo spazio ai pedoni, le motoseghe a tagliare gli alberi, i rifiuti nelle aiuole, le recinzioni distrutte, le panchine divelte, la paccottiglia, i poveri diseredati che, nel fallimento plateale delle politiche di accoglienza e di inclusione.
Piazza Garibaldi, a pochi passi il marciapiede di corso Novara è tornato un dormitorio a cielo aperto, con annesso Vespasiano, e l’imprescindibile cumulo di rifiuti, e poi dentro i vicoli ancora di più.
Che si deve fare per dare dignità a questo chilometro di benvenuto a Napoli?
L’impresa privata non smette di crederci, di rilanciare e riprovare. Ci provano gli alberghi, bastonati dalla pandemia; ci provano i pochi commercianti che vendono merci e non “merciume”.
Ci provano, per ultimo, anche questi imprenditori della Food Hall di Napoli centrale, appena inaugurata: quattordici nuovi bar e ristoranti dentro la stazione, per provare a fare della terza città d’Italia, qualcosa che somigli alle altre due, alla galleria di Milano, ai Mercati Generali di Roma Termini. C’è una energia indomita, la voglia di fare non manca, riprovare, perfino rischiare. Ma servirà questo nuovo sforzo? Ogni volta ci si augura che sia quella giusta. Ogni volta si confida nella potenza trasformativa della buona volontà. Ma la grande paura è in agguato. Degrado produce degrado. Abbandono moltiplica abbandono. Il buco nero di piazza Garibaldi ingoierà anche questo, lasciando i residui organici di altri fallimenti e nuove false speranze, oppure riusciamo a illuminare una opportunità per una volta, e scriviamo una storia davvero nuova?
Leggi l'articolo completo suIl Mattino