Se nel cilindro del sindaco ​c'è solo il tirare a campare

Se nel cilindro del sindaco c'è solo il tirare a campare
Ad ogni angusto passaggio d’amministrazione attendo con trepidazione il colpo di teatro con cui de Magistris ci meraviglierà. Pregusto la sensazionale...

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Ad ogni angusto passaggio d’amministrazione attendo con trepidazione il colpo di teatro con cui de Magistris ci meraviglierà. Pregusto la sensazionale eccentricità del coniglio che sarà certo estratto dal cilindro del Sindaco, nel disperato tentativo di rimanere in sella. E in questi giorni il coniglio è apparso con le fattezze di una minoranza eterogenea che non è in grado di assicurare alcun stabile supporto all’azione amministrativa. 


Ciononostante, in occasione dell’approvazione del Rendiconto 2019, De Magistris ha con trasporto ribadito la propria determinazione ad amministrare una città che al momento appare preda piuttosto dell’anarchia. E lo ha fatto con parole che non possono non sollevare un qualche interiore travaglio emotivo. Sia per la già menzionata determinazione, per il coraggio che da esse traspare; sia per la candida purezza, di cui esse sono intrise; sia per la prospettiva che esse indicano: «Io non scappo, resto qui responsabilmente, so di non avere una maggioranza politica e ringrazio chi ha consentito che la seduta si aprisse. Da oggi comincia una nuova era».

Ora, che razza di era nuova dovrà cominciare tenuto conto che non vi è una maggioranza politica, può a buon diritto essere considerato un mistero. Un mistero glorioso, direi. Anche se per i napoletani, che subiranno le conseguenze di tale situazione, si tratterà certo di un mistero doloroso. Un mistero la cui profondità s’infittisce considerando l’entità del debito del Comune, con stime che oscillano vistosamente e ruotano verso l’inimmaginabile. 

Nei giorni scorsi sono rimasto molto colpito dalle parole dell’assessore al verde Luigi Felaco, il quale ha dichiarato a Il Mattino che relativamente al verde pubblico egli non vede «tutto questo degrado». 

Non so se l’assessore all’ambiente condivide lo stesso giudizio del suo collega quando si considera la pulizia delle strade. Ma sarei interessato a saperlo. Si parva licet, raggiungevo lunedì scorso il centro storico, percorrendo Via Mezzocannone. Nell’osservare le nefande immondizie che soffocano quella strada, non potevo non riflettere sulle magnifiche sorti e progressive che la rivoluzione arancione di De Magistris aveva promesso. Cosa che non manco mai di fare anche quando percorro Via Marina, in cui il tappeto di plasticosi rifiuti s’integra direi quasi piacevolmente con i palmizi che fanno impropriamente molto Costa Azzurra, conferendo al viandante quella gradevole sensazione che generalmente si avverte se proiettati in uno scenario post-atomico. Potrei continuare dicendo che sarei anche interessato a conoscere l’opinione dell’ assessore all’ambiente sulla discarica di rifiuti che fa bella mostra di sé proprio fuori l’ingresso principale dell’Ospedale Cardarelli, dove i parenti sono spesso costretti a sostare in attesa. Potrei continuare ancora. Sarei infatti interessato a conoscere l’opinione degli assessori relativamente a una pluralità di situazioni. Ma non sarebbe, tale conoscenza, granché utile. E non lo sarebbe perché l’atteggiamento maggiormente caratterizzante l’attuale amministrazione mi sembra sia semplicemente quello di negare l’evidenza. Il trasporto pubblico è una vergogna? Ma no! Molte zone di Napoli non si distinguono da un orrido immondezzaio? Non mi pare. Il comune è indebitato fino al collo? Distinguiamo! Va bene, qualche debito c’è, ma vogliamo mettere le anime malevoli che tramano nell’ombra a danno della trasparente lucentezza di un’amministrazione che era arancione ma che ora non si capisce più neppure che colore abbia?

Il prossimo sindaco di Napoli avrà necessariamente molti grattacapi. Gli stessi che hanno assillato l’attuale amministrazione. Centrale resta ovviamente il nodo del bilancio. Occorrerà con determinazione affrontare i problemi connessi con la necessaria razionalizzazione della spesa, il miglioramento della capacità di riscossione, una più efficace gestione del patrimonio comunale. Lo spettro del dissesto certo aleggerà con insistenza, all’interno di un quadro economico in cui i livelli superiori di governo non necessariamente saranno in grado di assorbire almeno in parte l’indebitamento che affossa la città. Prima di votare per il prossimo sindaco, i napoletani dovrebbero acquisire consapevolezza di tutto questo.


Il prossimo sindaco, dunque. Occorrerebbe uno sforzo di lodevole buona volontà nella selezione dei papabili alla carica. Inoltre, in vista dei sacrifici che una buona amministrazione dovrà necessariamente richiedere ai cittadini, e proprio per consentirsi di navigare con il lungo orizzonte temporale che tale necessità richiede, i papabili dovrebbero anche categoricamente escludere la propria disponibilità a ricandidarsi. Un’idea non mia, ma che considero una buona idea. 
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Il Mattino