Metrò, il sindacato ci ripensa: a Napoli test di notte anche senza accordo

Predisposto un piano per i collaudi dei nuovi treni dopo l'orario di esercizio

I nuovi treni della metropolitana
I test sui nuovi treni della Metropolitana si faranno di notte, almeno per i prossimi dieci giorni: la soluzione sindacale interna all’agenzia della sicurezza ferroviaria...

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I test sui nuovi treni della Metropolitana si faranno di notte, almeno per i prossimi dieci giorni: la soluzione sindacale interna all’agenzia della sicurezza ferroviaria (l’Ansfisa) non s’è ancora risolta, però i lavoratori di Napoli, secondo quanto ha fatto trapelare palazzo San Giacomo, avrebbero accettato di lavorare fuori orario di lavoro, anche se ufficialmente continueranno a non avere nessun pagamento specifico per il lavoro in straordinario notturno.

Dal vertice di Roma di giovedì scorso è uscita una fumata nera. Sul tavolo c’erano le ampie questioni interne dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali che, a livello nazionale, vive momenti di grande sussulto che hanno generato una agitazione sindacale pronta a sfociare nello sciopero. Un intervento diretto del ministro Salvini, che ha risposto alle tante sollecitazioni provenienti soprattutto da Napoli, ha favorito l’apertura della trattativa sindacale che a metà della settimana scorsa ha visto un primo round, sospeso senza nessuna novità, in attesa della prossima convocazione già fissata per il 10 di marzo.

In seguito a quell’incontro, le sette sigle sindacali coinvolte hanno diramato una nota congiunta nella quale hanno mostrato apprezzamento per il fatto che l’incontro fosse presieduto dal capo di Gabinetto del ministero dei Trasporti, Alfredo Storto, hanno ricordato quali sono state le richieste messe sul tavolo nel corso del vertice e hanno spiegato che «Il Capo di Gabinetto, preso atto delle rimostranze e delle criticità, avendo convenuto sulle stesse, si è impegnato ad individuare una soluzione normativa che le risolva. Le Organizzazioni sindacali, pur apprezzando la volontà politica di iniziare un percorso comune di confronto a partire già dal prossimo incontro calendarizzato per il 10 marzo 2023, si riservano di valutare le possibili soluzioni che verranno prospettate». Insomma, sembrava un banale incontro interlocutorio. Invece dopo quel vertice, a Napoli s’è palesata una svolta.

Domani sera, a partire dalle 21, dovrebbe essere effettuato un test su uno dei vecchi trenini gialli che ha bisogno di nuovi documenti per circolare; una replica, ancora su un convoglio antico, dovrebbe esserci, sempre in notturna, a metà settimana. Poi da lunedì 6 marzo dovrebbero ricominciare i test sul secondo dei nuovi treni spagnoli da mettere in servizio. L’anticipazione è arrivata ieri dal quotidiano «La Repubblica», non è ancora confermata dalla Anm ma la questione è già nota in questi termini anche ai lavoratori napoletani, sicché non sembrano esserci dubbi. Ma quali sono i motivi che hanno generato questa «apertura» che si verifica esclusivamente sulla Metropolitana di Napoli?

Le delegazioni sindacali che stanno conducendo la trattativa a Roma cadono dalle nuvole: «Il confronto è appena iniziato anche se le sensazioni sono positive. Però lo stato di agitazione c’era ed è ancora oggi confermato. Siamo certi che si andrà verso una soluzione alle questioni di Ansfisa, ma se dovessero esserci chiusure improvvise siamo sempre pronti a decretare lo sciopero immediato».

Insomma, al tavolo delle trattative con il ministero non c’è stata nessuna concessione verso il caso Napoli. La svolta per la Linea 1 sarebbe arrivata su semplice richiesta (non imposizione né comando, una pura richiesta) ai lavoratori affinché mostrassero un segnale di buona volontà, diretto soprattutto alla cittadinanza napoletana, per evitare altri disagi in attesa della soluzione definitiva del caso nazionale. I lavoratori, bontà loro, avrebbero accettato anche se la loro (difficile) situazione non è mutata.
 

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Il Mattino