Metropolitana di Napoli, test sui nuovi treni: previsti altri 50 giorni di caos

La vertenza al Ministero blocca i collaudi notturni

I nuovi treni della metropolitana
Pressing di Matteo Salvini per sbloccare i controlli notturni sui treni della linea 1. Dopo i giorni di caos generati dalle chiusure diurne della metropolitana di Napoli, a causa...

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Pressing di Matteo Salvini per sbloccare i controlli notturni sui treni della linea 1. Dopo i giorni di caos generati dalle chiusure diurne della metropolitana di Napoli, a causa dei collaudi da effettuare sui treni prima di poterli immettere in circolazione, è intervenuto d’impeto il ministro delle Infrastrutture. È stato convocato due giorni fa un tavolo di confronto al Mit – appuntamento fissato per giovedì 23 nella sede di Porta Pia – al quale prenderanno parte il ministero, Ansfisa e i sindacati dei lavoratori.

L’obiettivo è sbrogliare la vertenza sindacale che blocca le verifiche notturne agli impianti fissi (metro e tramvie in tutta Italia) e in particolare al metrò partenopeo. Prima di vedere in circolazione gli altri 11 nuovi treni, fermi oggi nel deposito di Piscinola (esclusi il primo, che sta già circolando, ed il secondo in fase di prova), gli utenti rischiano di andare incontro a 50 giorni di disagi – considerando soltanto la fase delle prove dinamiche di frenatura dei treni in regime di sospensione della circolazione (senza la presenza di viaggiatori). 

La necessità di sedersi intorno ad un tavolo è nata in seguito all’inasprirsi delle tensioni. Le rivendicazioni dei sindacati attengono principalmente all’inquadramento del personale tecnico assorbito il 1 gennaio 2022 da Ansfisa. «Una questione che dura ormai da oltre un anno – spiegano dal Mit - e che con l’agitazione messa in atto dai sindacati sta provocando criticità al sistema». Da Roma ci tengono a chiarire che «Salvini è al Mit da pochi mesi, dopo molti anni di ministri espressione del centrosinistra, e fin da subito aveva affrontato il dossier Ansfisa tanto da aver sollecitato pubblicamente il massimo impegno possibile per sbloccare gli stalli e velocizzare i controlli». In questa partita il ruolo del Comune di Napoli non è certo marginale. Il sindaco Gaetano Manfredi e l’assessore ai Trasporti Edoardo Cosenza stanno cercando di indossare la divisa da pontieri affinché si giunga ad una mediazione. Intanto la prossima settimana stop ai collaudi, in attesa dell’esito dell’incontro tra Mit, Ansfisa e sindacati. 

Per comprende l’origine del caos di questi giorni è necessario entrarci dentro. Gli addetti ai collaudi fanno capo ad Ansfisa, l’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, nata con il decreto Genova dopo il crollo del ponte Morandi. Di fatto viene allargata un’agenzia già esistente dal 2008, l’Ansf, fondata su impulso dell’Ue. Dopo il crollo vengono dirottate su Ansf anche le competenze su strade e autostrade: si dà così vita ad Ansfisa. Questa decolla a fine 2020 e diventa completamente operativa a metà del 2021: partono quindi le ispezioni su strade e autostrade. Nel 2021, a settembre, dopo l’incidente della funivia del Mottarone in Piemonte, arriva una legge dello Stato che affida ad Ansfisa anche i compiti degli ex Ustif, cioè gli uffici del Mit titolari dei controlli sugli impianti fissi: metropolitane, tram, funivie, filovie, tapis roulant, ascensori e scale mobili. Passaggio che formalmente avviene ad inizio 2022. Gli addetti ai controlli sulla metropolitana di Napoli rientrano tra i dipendenti ex Ustif: ovvero 82 unità sui 310 totali dell’Agenzia. Lavoratori con un trattamento economico differente rispetto ai colleghi di Ansfisa. Cosa serve per mettere sullo stesso piano tutti i dipendenti? Un decreto che chiami in causa più di un’amministrazione, ma necessario per ottenere i fondi utili a pagare le unità ex Ustif. La battaglia sindacale che a dicembre ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione parte proprio da questa differenza salariale. 

L’Ansfisa si è attiva subito con il vecchio Governo al fine di ottenere per i lavoratori in questione sia la modifica contrattuale che un nuovo inquadramento. Ma le elezioni politiche hanno interrotto il percorso intrapreso con il precedente esecutivo. Ci si chiede come mai Ansfisa non obblighi i lavoratori ad effettuare i turni di notte per i collaudi dei treni. La risposta è semplice: non può farlo. Difatti effettuare le verifiche dopo l’orario di esercizio è una prassi, per la quale gli ex Ustif ricevono il dovuto straordinario. In sostanza è una consuetudine, ma non è una norma a stabilirlo. Quanti sono i dipendenti all’ex Ustif di Napoli? Sono in servizio, oltre a un dirigente tecnico, 14 persone. Tra queste, quattro ingegneri e altri due tecnici diplomati, tutti competenti nell’immissione in esercizio dei rotabili, ma impegnati sui vari impianti metropolitani o su altri tipi di competenze. Gli altri sono amministrativi, necessari quindi al funzionamento degli uffici. 

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Il Mattino