Turismo a Napoli, si riparte. Ma gli albergatori vanno all'attacco: «Troppo degrado»

Turismo a Napoli, si riparte. Ma gli albergatori vanno all'attacco: «Troppo degrado»
Il turismo riparte, pur tra mille incognite e con enormi difficoltà. La ripresa è piuttosto lenta, ma se si confrontano i dati odierni con quelli dei mesi scorsi le...

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Il turismo riparte, pur tra mille incognite e con enormi difficoltà. La ripresa è piuttosto lenta, ma se si confrontano i dati odierni con quelli dei mesi scorsi le ragioni per essere ottimisti non mancano. 



Per Federalberghi Napoli il tasso medio di occupazione camere nelle strutture ricettive si aggira intorno al 45%. Un risultato che nel periodo precedente la pandemia sarebbe stato considerato deludente ma che oggi viene giudicato positivo rispetto al 30% di luglio 2020. «Ci sono molti italiani di passaggio - segnala Costanzo Jannotti Pecci, patron di Palazzo Caracciolo e dell’Hotel Britannique - perché si sta verificando un ritorno del turismo in auto. E allora tanti viaggiatori si fermano a Napoli. Si vedono anche gli stranieri, in particolare gli europei, ma la mancanza di indicazioni chiare sulle regole rende tutto più difficile. Il problema principale, però, è la gravissima crisi della città, che ha toccato il fondo. Napoli non ha mai vissuto nella sua storia un livello così basso di gestione della cosa pubblica. I livelli di decoro urbano sono i peggiori di sempre. E la sera la città è in balia delle orde barbariche, nell’indifferenza generale». Le valutazioni sulle prospettiva di ripresa del settore si intrecciano fatalmente con quelle sullo stato comatoso in cui versa la città. 



E Sergio Maione, amministratore delegato dell’Hotel Vesuvio, rincara la dose. «I problemi di Napoli sono sempre gli stessi da 10 anni e nessuno di essi è mai stato risolto. Negli ultimi mesi si è aggiunto anche quello della Galleria Vittoria. La città è sporca e il decoro inesistente. Nonostante questo, la situazione per noi sta lentamente migliorando. Siamo al 45% di presenze. Registriamo - conclude Maione - la mancanza degli americani e degli altri extraeuropei». Per Federalberghi Napoli occuparsi «dell’accoglienza dei turisti presuppone che finalmente c’è qualche turista. A luglio - spiega il presidente Antonio Izzo - abbiamo avuto segnali confortanti, anche grazie al G20. E ad agosto speriamo di arrivare al 50% di occupazione camere, come lo scorso anno». Ma il discorso sui risultati futuri non può prescindere dal questioni ataviche. «I turisti stranieri - riprende Izzo - sono abituati a ben altri standard di efficienza. Quelli che si stanno riaffacciando si trovano di fronte ad un decoro urbano scadente, ai problemi della sicurezza e a quelli dei trasporti urbani che in estate si ripresentano puntualmente. Funicolari chiuse o con minacce di chiusure, corse ridotte dei bus e della metropolitana, che erano già poco frequenti. In un anno e mezzo in cui i mezzi di trasporto hanno lavorato poco non è cambiato nulla». Nelle ultime settimane dagli stranieri arrivano anche segnalazioni di «scarsa illuminazione al centro storico». Il risultato è scontato. «Attendiamo nuovi referenti al Comune», conclude Izzo. 



A preoccupare alcuni albergatori, però, c’è anche la quarta ondata del Covid. «La situazione a Napoli stava migliorando - sottolinea Giancarlo Carriero, patron del Regina Isabella di Lacco Ameno - ma ora si sta delineando una stasi. C’è un attesa sulla possibile evoluzione dell’epidemia, che coinvolge sia il turismo domestico che il turismo straniero». Le misure “anti- Covid” attuate dal governo sono un altro argomento che inquieta gli operatori. «La proroga delle misure restrittive per gli ingressi in Italia rischia di essere il colpo di grazia per il turismo campano»: è il giudizio di Costanzo Iaccarino, presidente regionale di Federalberghi, sull’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza. A suscitare le maggiori perplessità è la norma che fino al prossimo 30 agosto conferma l’obbligo di isolamento fiduciario per cinque giorni, oltre che quello di sottoporsi a test molecolare o antigenico al termine di tale periodo, per chi proviene dalla Gran Bretagna. «Le restrizioni disincentivano le prenotazioni – spiega Iaccarino – e questo è un danno grave soprattutto per la Campania, da sempre meta preferita dai vacanzieri anglosassoni». Sul fronte dei bed and breakfast, sono aumentate notevolmente le presenze degli stranieri. «Per l’ultimo week end di luglio e per agosto, stiamo registrando moltissime prenotazioni», sottolinea Agostino Ingenito dell’Abbac.
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Il Mattino