Napoli, la sferzata dell’Unesco: «Si acceleri sui progetti o la tutela sarà a rischio»

Napoli, la sferzata dell’Unesco: «Si acceleri sui progetti o la tutela sarà a rischio»
L’Unesco valuterà la situazione di Napoli nel 2023, il vertice di quest’anno è stato annullato per via degli eventi bellici in Ucraina così tutto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L’Unesco valuterà la situazione di Napoli nel 2023, il vertice di quest’anno è stato annullato per via degli eventi bellici in Ucraina così tutto è stato rinviato. E questo rinvio, per la città di Napoli, è stato determinante. «Se fosse stata presa in considerazione l’evoluzione del progetto Unesco nella scorsa primavera, sarebbero certamente arrivati pesanti rilievi. Questo tempo ulteriore, grazie anche alla svolta impressa dal sindaco Manfredi, potrà essere utile a sistemare molte cose e a presentarsi all’esame del board internazionale con meno ansia»: l’architetto Maurizio Di Stefano sa quel che dice perché rappresenta l’estensione territoriale dell’Unesco.

È presidente di Icomos, il Consiglio italiano dei monumenti e dei siti, organo consultivo proprio dell’Unesco; è stato membro del gruppo che si è occupato del sistema di gestione del Centro Storico Unesco di Napoli, sicché la questione la conosce nel dettaglio. 

Guarda al passato con i brividi e al futuro col sorriso, l’architetto Di Stefano, settant’anni che sembrano cinquanta e una passione da adolescente: «Il progetto Unesco è stato totalmente dimenticato nella lunga gestione della giunta de Magistris - dice senza mezzi termini - sono stati giorni difficili per quell’iniziativa, gli uffici dedicati erano stati svuotati, tutto era concentrato su una sola persona. Adesso, invece, c’è un’aria nuova: Gaetano Manfredi ha recuperato il progetto, ha destinato alla gestione un’ampia squadra, ha chiesto un’accelerazione su tutti i punti del programma».

Quando parla di ritardi e dimenticanze, l’architetto Di Stefano non si limita a parlare dei lavori del grande progetto che tengono in scacco la città da anni: «È vero, sono invasivi e fino ad ora sono andati avanti con lentezza. Ma so che anche su questo fronte c’è un’accelerazione in atto - dice con consapevolezza - però il progetto non è fatto solo di lavori di restauro, abbellimento e conservazione. Far parte dei siti tutelati Unesco significa soprattutto avere consapevolezza, diffondere cultura, condividere idee». 

Qui la questione diventa più ampia. Di Stefano si fa serio: «Quanti napoletani conoscono il perimetro del Centro Storico Unesco? Quanti sanno che è un sito tutelato? Quanti cittadini sono stati coinvolti in progetti di diffusione della “cultura” Unesco? Ecco, è questo che ancora manca profondamente. Ma lei sa che non esistono cartelli stradali turistici che indicano l’accesso in un’area protetta dell’Unesco?».

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino