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Don Mimmo Battaglia si sta dimostrando un vescovo in prima linea nella lotta alla camorra. È un evento di grande rilievo in una regione dove le dominanti attività criminali sono disturbate soltanto dall’azione costante delle forze dell’ordine e della magistratura. Da tempo le forze politiche sembrano rassegnate ad evitare il confronto con un sistema criminale che è riuscito a controllare spazi sempre maggiori anche in molti settori delle più varie attività economiche. La distruzione del tessuto produttivo e della struttura sociale nella vasta area metropolitana ha tolto credibilità alle residue, evanescenti espressioni politiche, che non riescono più a competere con la camorra sul terreno decisivo dell’offerta di lavoro: non tanto criminale e illecito, quanto legale e diffuso.
Il vescovo di Napoli, che ha nelle parrocchie i terminali oggi più sensibili e finalmente partecipi e conflittuali con le dominanti attività criminali, si sta dimostrando da tempo il protagonista più attivo nell’aperta contrapposizione al potere più incisivo e diffuso sul territorio della Campania.
È drastico e giusto perciò l’appello a «divenire la coscienza di una terra assopita, in cui dominano prepotenza, menefreghismo, indifferenza e accordi di interesse, in cui dei delitti si cercano solo gli esecutori e mai i mandanti, in cui la commissione regionale antimafia reputa sufficiente riunirsi un paio d’ore all’anno, in cui i corrotti e i corruttori sbandierano senza dignità in tv la presunta, squallida normalità delle loro azioni. […] Questa città, cari giovani, è vostra e perciò è a voi che pongo le mie domande: perché li lasciate fare? I potenti di turno, li conoscete, quelli a cui raccomandarsi, che frequentano le vostre case e le vostre famiglie, che offrono benessere e sicurezza, ma rubano la dignità. Perché state zitti?».
Non si era mai sentita una tale invettiva dalla Chiesa di Napoli. E una tale chiarezza di analisi della cosiddetta “società civile”, dei suoi affari, delle sue connivenze. I candidati a sindaco di Napoli farebbero bene ad ascoltare le taglienti parole del Vescovo, invece di badare a raccattare voti con l’apporto di squalificati mestieranti e cialtroni. Mancano meno di tre settimane al voto. Sarebbe bene che chi aspira a dirigere questa disgraziata “nobilissima” città ci facesse conoscere per tempo le sue risposte concrete, prive di chiacchiere e fumisterie, almeno sulle due questioni fondamentali che attanagliano questa grande area metropolitana.
Qual è il progetto concreto di grande area culturale per un vasto territorio deindustrializzato, come è accaduto del resto già in altre parti del mondo? E come si pensa di affrontare e avviare verso una qualche, prima soluzione il basilare, il drammatico problema della mancanza di lavoro, per giovani, donne e anziani? Si attendono risposte, non chiacchiere.
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