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A tre settimane dall’inizio del campionato, davanti alla platea entusiasta di Castel di Sangro, De Laurentiis ha confermato di non volere azzardare «promesse da marinaio».
E quindi non ha ripetuto quanto disse la sera del 4 maggio, durante la festa scudetto: «Vogliamo vincere di nuovo il campionato e puntare alla Champions». Il presidente aveva sperato che la corsa potesse proseguire oltre i quarti di finale e l’eliminazione contro il Milan - travolto in semifinale dall’Inter, poi più che valido rivale del City in finale - ancora non gli è andata giù. «Quel 4-0 mi è rimasto qui». Il 4-0 subito in campionato, la macchia in una stagione fantastica secondo De Laurentiis, perché avrebbe avuto un effetto psicologico sugli azzurri nel doppio round europeo con lo stesso avversario.
L’esclusione dalla Champions dello scorso aprile ad opera di un avversario lasciato a 20 punti in campionato non deve diventare un’ossessione per De Laurentiis, uomo abituato a guardare avanti e a programmare in ampio anticipo: questo uno dei segreti del suo successo. «La Champions è una questione di fortuna», ha detto ai tifosi. Ecco, la fortuna non fu alleata degli azzurri e di Spalletti nelle due partite di coppa col Milan. Sarebbe stato bello scrivere un altro esaltante capitolo nella scorsa stagione ma l’occasione per rifarsi arriva nella prossima Champions. Per il Napoli, in effetti, da tempo la partecipazione alla massima competizione internazionale non è l’occasione per alcune serate di gala ma quella per accrescere il prestigio e aumentare le entrate di un club che - lo evidenzia il claim di questa stagione (“A New Era From Napoli to the World”) - vuole sempre più internazionalizzarsi dopo aver dato un segnale della propria forza nei mesi scorsi.
Garcia ha raccolto dati positivi in queste prime settimane: non sembra esservi il temuto appagamento post scudetto in questo gruppo, rischio ipotizzato da Arrigo Sacchi in una recente analisi sul prossimo campionato. Il Napoli vuole guardare al futuro, con il suo presidente e il suo allenatore, convinto di potersi giocare altre importanti carte in Italia e in Europa ma senza sovraccarico di responsabilità: la leggerezza, la mente libera, fu la chiave per volare nello scorso campionato. Ad Elmas - dodicesimo uomo azzurro, jolly sempre prezioso - non sembra che la squadra sia stata indebolita dalla partenza di Kim e lo ha detto con chiarezza. Ma il coreano va ovviamente sostituito e in tempi non lunghi: i profili dei centrali sono stati individuati, il budget per l’operazione pure (20 milioni) e ora tocca a De Laurentiis - ispiratore e coordinatore dell’area mercato - agire. Senza l’ossessione di ciò che la Champions avrebbe potuto ulteriormente regalare al Napoli in un’indimenticabile annata. L’esperienza di Garcia permetterà di procedere bene sui due binari con una squadra dalla quale auspicabilmente non si distaccherà Osimhen: è stato convinto il rifiuto all’offerta di 130 milioni arrivata dal pazzo mercato arabo per il bomber sempre più leader e sempre più amato, come si è visto anche ieri nel test coi turchi impreziosito dalla sua prima doppietta stagionale.
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