Pare che monsieur de La Palisse sia stato scosso da un fremito dopo aver sentito l’assessore comunale allo Sport, Ciro Borriello, pronunciare la seguente frase: «In tutti gli...
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È vero che in tutti gli stadi del mondo si svolgono eventi, che danno lustro alla città che li ospita e producono indotto, ma l’organizzazione di un mega-show richiede regole certe e interventi efficaci, insomma un perimetro di comportamenti responsabili che non andrebbe mai superato, a cominciare dall’ascolto delle ragioni dell’altro, soprattutto quando queste ragioni attengono alla salvaguardia di un bene comune: e il terreno di gioco del San Paolo lo è a pieno titolo. Né vale sostenere, come ha fatto il manager della Fast Forward che ha organizzato il concerto, Giuseppe Gomez, che «tanto c’è l’assicurazione». Il rischio che il Napoli sia costretto a giocare le prime sfide del campionato in un campo non degno di questo nome non è risarcibile. Ma questo forse non è molto chiaro agli organizzatori del concerto.
Poi, certo, si può discutere a lungo delle responsabilità di entrambe le parti in causa. È fin troppo ovvio che tra i protagonisti del tormentone estivo si sta giocando, in queste ore, una partita più grande. E probabilmente decisiva per il futuro dell’impianto di Fuorigrotta. Se Calcio Napoli e Palazzo San Giacomo sono ai materassi, è difficile immaginare su quali basi si reggerà il patto che dovrebbe portare, come ci auguriamo tutti, al restyling dello stadio e alla nuova convenzione tra Comune e società, visto che quella attuale scade - guarda caso - proprio oggi. Dopo la Regione anche il San Paolo resterà «sospeso» in un limbo di confusione e incertezza? Noi ci auguriamo di no, e per questo vorremmo che il futuro dello stadio venisse sottratto tanto all’imperizia e al dilettantismo quanto ai tatticismi interessati. Di entrambe le parti.
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Il Mattino