Dopo l’approvazione del Piano Scuola, sul tavolo del ministro Lucia Azzolina ci sono gli spazi da recuperare per quel 15 per cento di studenti che corre il rischio di...
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In Campania secondo le fonti Miur per l’edilizia scolastica, ci sono 983 istituzioni scolastiche e 3.922 edifici, di cui 1.592 tra Napoli e provincia di cui appena con certificato di agibilità ma non è noto il numero di plessi in disuso recuperabile. Fonti del Ministero dichiarano l’esistenza di «un sistema informatico che incrocia i dati di aule, laboratori, palestre disponibili con il dato degli studenti e la distanza da rispettare». Lì dove non ci sarà invece il recupero spazi scolastici allora «verranno utilizzati anche spazi esterni, attraverso patti con il territorio» ossia musei, biblioteche, teatri o parchi, soluzione questa respinta con forza dai dirigenti che li ritengono luoghi per attività integrative e non di didattica, mentre chiedono interventi di manutenzione ordinaria nelle loro scuole o succursali affinché si possano recuperare spazi utili per gli studenti.
Come siamo messi in Campania per il recupero di questi spazi? «Bene, da maggio abbiamo riaperto oltre 40 cantieri in altrettante scuole di Napoli e provincia per terminare o avviare lavori di intervento su palestre, controsoffittature, impermeabilizzazione delle solette, rifacimento solai di aule che erano state chiuse», precisa Domenico Marrazzo, consigliere metropolitano delegato alla Scuola. Città Metropolitana ha la competenza delle scuole secondarie di secondo grado che a quanto pare potrebbero recuperare aule. «Abbiamo istituito – prosegue - una taskforce sull’edilizia scolastica e proprio in relazione agli interventi di adeguamento e adattamento per l’emergenza, entro il 3 luglio si possono presentare le richieste per lavori di adeguamento e adattamento funzionale di spazi, ambienti e aule didattiche; così come forniture di arredi e attrezzature scolastiche idonei a favorire il necessario distanziamento tra gli studenti». Già aggiudicata una gara per 7.500 banchi monoposto e altrettante sedie, 350 cattedre e 350 poltroncine «ma ne stiamo preparando un’altra di un milione».
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«I problema degli spazi esiste ma esistono anche quelli dell’organizzazione e della gestione», ammette l’assessore comunale all’Istruzione Annamaria Palmieri, cui spetta la manutenzione dell’edilizia scolastica di tutto il primo ciclo. «Su questo triangolo virtuoso stiamo lavorando in sintonia con dirigenti e reti associative. Stiamo censendo le esigenze precise di ciascuna scuola, perché abbiamo un problema di distribuzione di edifici scolastici: il Centro storico ne è praticamente privo, mentre nelle periferie possono anche abbondare ma spesso molto distanti da un’altra sede il che inficia sull’organizzazione del personale docente e Ata». Quindi potrebbero perfino essere inutilizzabili. «A ciò – prosegue - va aggiunta la gestione degli orari scolastici tenendo conto dei ritmi anche familiari. Tutti e tre questi aspetti devono essere gestiti insieme». Martedì il Comune sperimenterà «la prima scuola estiva diffusa», mentre in settimana è prevista «una riunione sugli interventi di edilizia scolastica da attuare celermente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino