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Per noi napoletani, Napoli-Juve non è mai stata solo una partita di calcio, ma uno stato d’animo e in molti casi una rivalsa. Le vittorie che ricordo erano come le vittorie degli operai contro il capitalista. A Torino, si sa, da decenni ci sono gli unici Agnelli che si mangiano i lupi.
Per noi napoletani, Napoli-Juve non è mai stata solo una partita di calcio, ma uno stato d’animo e in molti casi una rivalsa. Le vittorie che ricordo erano come le vittorie degli operai contro il capitalista. A Torino, si sa, da decenni ci sono gli unici Agnelli che si mangiano i lupi, ma noi napoletani siamo sognatori e i conti con gli Agnelli li facciamo a Pasqua.
Si sta vedendo qualche arbitraggio diverso, che lascia ben sperare.
CR7 che l’ha sedotta e poi abbandonata riducendola sul lastrico, va rispettata con un’opera di Intelligence chiudendo lo spazio aereo sulla difesa azzurra. Sabato il Napoli ha un set point. Vincere vorrebbe dire mettere la Juve 8 punti dietro. Ciò può voler dire niente, ma può anche significare tanto, considerato che anche i cinesi nerazzurri si sono indeboliti. Del resto, si sa, l’unica cosa cinese che è durata più di un anno è il covid!
Ieri ho incontrato Spalletti, gli ho chiesto che modulo adotterà, se si affiderà a Jesus o San Gennaro sulla sinistra, perché Chiesa è il pericolo maggiore. Mi ha detto che adotterà la tattica del tabaccaio, e che proverà a rubare il biglietto vincente alla Vecchia Signora e proverà a scappare. Ma non alle Canarie, in classifica. E soprattutto a non lasciare prove. Materdei, aiutaci tu!
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Il Mattino