Test venduti, il pm indaga su una «cricca»

Test venduti, il pm indaga su una «cricca»
Una cricca con le mani in pasta un po’ dappertutto, quando si tratta di procurare un documento finto, quando c’è da costruire un incidente stradale...

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Una cricca con le mani in pasta un po’ dappertutto, quando si tratta di procurare un documento finto, quando c’è da costruire un incidente stradale «fantasma», in vista di un risarcimento sicuro; o quando c’è da mettere le carte apposto, per aggiustare la reputazione di qualcuno; o solo quando c’è da inventarsi un titolo di studio, magari in vista dell’accesso garantito a un concorso nazionale. Sono loro, sempre loro e fanno base in due o tre ospedali cittadini, con appoggi anche in provincia.


Una cricca, dunque: una organizzazione che si muove sotto traccia, che vende e falsifica certificati e documenti, che ha contatti e agganci al Loreto mare, all’ospedale San Paolo, magari al Comune, in Prefettura, che riesce anche a millantare al momento giusto: e a vendere un posto di lavoro o la formula magica per sbaragliare la concorrenza nell’esame che conta per migliaia di candidati. 

Eccolo il retroscena che emerge dalle indagini sui test di accesso alla facoltà di medicina, l’ultimo filone di una vicenda investigativa decisamente più ampia. Inquirenti alle prese con la «copia forense» del backup di memoria di telefonini e computer sequestrati, in attese di conferme a quanto emerso nel corso di alcune intercettazioni telefoniche dei primi giorni del mese in corso. In sintesi, il blitz messo a segno nelle aule di Monte Sant’Angelo lo scorso 5 settembre era necessario a verificare se qualcuno avesse venduto o meno la formula giusta per accedere al numero chiuso. 


Inchiesta coordinata dal pm Ida Frongillo e dall’aggiunto Alfonso D’Avino, sei nomi iscritti nel registro degli indagati, l’ipotesi di fondo è la corruzione (soldi in cambio delle risposta giusta per entrare a Medicina), ma non si esclude che una certa fibrillazione captata al telefono possa essere stata provocata da qualche millantatore di professione. Non si esclude che qualcuno abbia barato, vendendo formule e sequenze numeriche, facendo credere di essere in grado di avere accesso a fonti di prima mano al punto tale da gestire risposte e formulari, algoritmi e soluzioni vincenti. Ipotesi che vanno calate in una storia più ampia, in uno spaccato di malaffare che ha il suo centro originario in uno dei principali ospedali cittadini. 


Non è un mistero ormai, anche l’inchiesta sui test di medicina è figlia della straordinaria opera di bonifica messa in campo dalla Procura di Napoli all’interno del Loreto mare. Ricordate il caso degli assenteisti? Chiuso il primo capitolo, con il rinvio a giudizio del presunto esercito di furbetti (una ottantina tra infermieri e amministrativi), lo sguardo del pm punta decisamente più in alto. Ed è seguendo le tracce delle conversazioni telefoniche e ambientali che sono emersi coinvolgimenti inattesi: in campo ci sarebbe una cricca di faccendieri capaci di entrare in gioco su scale differenti. Documenti medico-legali, attestati, corsi di laurea, tac, radiografie. 
Ma torniamo alla facoltà di medicina.


Attenzione rivolta nei confronti di una coppia di coniugi, che hanno svolto un ruolo in forza ai ranghi amministrativi della Federico II: lui ha interrotto i rapporti con l’ateneo da qualche tempo; lei è tuttora in servizio ed ha ricevuto in questi giorni attestati di stima e segnali di incoraggiamento, forte della convinzione di essere estranea alle accuse. Sono stati oggetto di perquisizioni e sequestri disposti nel giorno delle prove, attendono gli esiti degli accertamenti in campo. Si dicono convinti di riuscire a dimostrare la correttezza della propria condotta, mentre le indagini puntano a un livello diverso. Al di là di quanto potrà emergere dal caso di Medicina, c’è la convinzione che la cricca di faccendieri (tra medici coinvolti, sedicenti avvocati, consulenti e procuratori legali) abbia agito anche altrove, sempre grazie alle buone entrature all’interno degli uffici pubblici.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino