Vesuvius Challenge, 250mila dollari per chi decifra i papiri carbonizzati

I rotoli bruciati dall'eruzione provengono da Ercolano: i concorrenti dovranno leggerli con l'Intelligenza artificiale

Il frammento di un papiro carbonizzato
Si chiama Vesuvius Challenge e in palio ci sono 250mila dollari. A lanciare l’insolita gara è un gruppo di scienziati capeggiati da Brent Seales, capo del Center for...

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Si chiama Vesuvius Challenge e in palio ci sono 250mila dollari. A lanciare l’insolita gara è un gruppo di scienziati capeggiati da Brent Seales, capo del Center for Visualization and Virtual Environments dell’Università del Kentucky, che offre ai colleghi di tutto il mondo l’opportunità di fare la storia, e di guadagnare un bel gruzzoletto, affinché siano decifrati i papiri carbonizzati dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che distrusse Pompei e la vicina Ercolano. La decifrazione però dovrà avvenire attraverso l’uso dell’Intelligenza Artificiale (AI) e machine learning per incentivare gli esperti di questa tecnologia ad aiutarli a leggere centinaia di pergamene.

I preziosi rotoli provengono dalla biblioteca di un’enorme villa romana a Ercolano forse appartenuta al suocero di Giulio Cesare chiamata appunto Villa dei Papiri: centinaia di esemplari carbonizzati che solo a maneggiarli si sbriciolavano. Seales dopo anni di ricerca ha trovato un metodo per leggere i rotoli senza maneggiarli e distruggerli: si tratta di un programma in grado di individuare l’inchiostro sulla superficie e negli strati nascosti delle pergamene utilizzando un algoritmo di apprendimento automatico per individuare sottili differenze nella struttura del papiro catturata dalle immagini a raggi X. E ora, i ricercatori stanno lanciando il concorso globale per decifrarli, mettendo a disposizione online gratuitamente il proprio software e migliaia di immagini di documenti sopravvissuti. 

Chi sarà in grado di sfruttare l’AI per far luce sugli Herculaneum Papyri si aggiudicherà i 150mila dollari del primo premio e chissà anche i premi minori per un totale di 250mila. «Abbiamo capito come leggere l’inchiostro di Ercolano. Questo ci dà l’opportunità di rivelare 50, 70, forse l’80% dell’intera collezione» ha ammesso Seales. 

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Il Mattino