Arriva in Villa Comunale la pianta killer. Al degrado diffuso, e allo stato di abbandono nel quale versa il giardino storico della città, si va ad aggiungere la scarsa...
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Basta passeggiare all’interno del parco per rendersi conto di come l’ailanto si sia diffuso nei giardini, nelle aiuole e nei pressi degli arbusti, alcuni dei quali, cinque dei 26 monumentali censiti dalla Regione Campania, rientrano nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. Considerati dunque di pregio a livello nazionale. Perché l’ailanto è considerata una pianta infestante? Non solo perché cresce tra gli interstizi, ma anche perché ha una notevole capacità riproduttiva: dall’albero madre si riproducono velocemente diversi alberi figli con una propagazione per polloni.
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Come se non bastasse produce una sostanza chimica allelopatica, nota come ailantone, che inibisce la crescita di altre piante. La de Falco, ieri, ha inviato una lettera al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, e al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. «Quello presente in Villa Comunale - scrive la presidente di GreenCare - è un patrimonio verde non solo dei cittadini napoletani, ma di tutto il Paese. Oggi il progressivo abbandono del luogo, e la scarsità di manutenzione e cura, sta lasciando indisturbato l’ailanto. Inoltre, il mancato rispetto del regolamento di fruizione della Villa Comunale sta generando ulteriori danni». Per scongiurare perdite non riparabili» la de Falco chiede un intervento immediato, invitando i ministri a visitare i luoghi per toccare con mano la gravità della situazione. «Alcuni alberi sono in Villa Comunale dal 1826 - aggiunge - furono portati dai Borbone. Molte sono piante esotiche e oggi sono a rischio. L’ailanto tende a coprire completamente la pianta evitando così che avvenga la fotosintesi. In sostanza cresce fino a togliere il contatto dell’albero con la luce. Ha un apparato molto radicale, che cresce nel terreno e si aggancia all’apparato radicale delle piante circostanti. Per ucciderla ci vogliono delle iniezioni, che la indeboliscono, fino ad eliminarne la pericolosità. Chiediamo inoltre che sui cinque alberi monumentali, tre platani, un eucalipto e una palma gigante, vengano svolte immediate analisi strumentali, per conoscerne il loro reale stato di salute».
«L’ailanto è una specie che lavora nel sottobosco. La sua presenza è sicuramente un indicatore della mancanza di manutenzione». Così Matteo Lorito, direttore del dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II. «È una pianta infestante, che si trova maggiormente nei boschi di grandi dimensione, ma oggi non è difficile trovarla nei contesti urbani. C’è la possibilità, se presa in tempo e soprattutto in un luogo di dimensioni contenute, come appunto la Villa Comunale, di intervenire in tempo e di contenere il problema». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino