Aragoste stordite con la marijuana prima di essere cotte vive al vapore: «Soffrono meno, è più umano»

Aragoste stordite con la marijuana prima di essere cotte vive al vapore: «Soffrono meno, è più umano»
Le aragoste sono un piatto molto apprezzato dagli amanti dei crostacei. Secondo alcuni, il miglior modo per cucinarle è quello della cottura al vapore quando questi animali...

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Le aragoste sono un piatto molto apprezzato dagli amanti dei crostacei. Secondo alcuni, il miglior modo per cucinarle è quello della cottura al vapore quando questi animali sono ancora vivi. Chef e clienti sostengono che il gusto sia diverso e ovviamente migliore, ma c'è un problema etico: è vero che questi animali sono destinati a morire, ma perché provocare comunque così tante sofferenze?




È quello che ha pensato anche Charlotte Gill, proprietaria di un ristorante specializzato in crostacei ma anche animalista convinta. Per lungo tempo, nel suo ristorante nel Maine, sono stati portati avanti degli esperimenti che hanno portato, alla fine, ad un metodo di cottura assolutamente rivoluzionario: le aragoste vengono cotte ancora vive al vapore, certo, ma prima vengono sedate con della marijuana terapeutica, in modo da non soffrire. Lo riporta l'Independent.

Charlotte, che oltre a gestire il ristorante possiede anche una licenza per la produzione di cannabis a scopo medico, ha spiegato di aver perfezionato per molto tempo questa nuova e bizzarra tecnica di cottura. Nel momento in cui le aragoste vengono cotte al vapore, infatti, all'interno dei recipienti viene immesso del fumo prodotto dalla marijuana terapeutica bruciata, in grado di annientare ogni sensibilità nel corpo di questi crostacei.

Ovviamente, c'è voluto del tempo per perfezionare questo metodo. «All'inizio i residui della marijuana rimanevano presenti nell'acqua di cottura o nella 'carne' dell'aragosta, quindi rischiavano di essere ingeriti dai clienti» - spiega la proprietaria del ristorante - «Ora siamo riusciti a isolarli e possiamo dire con certezza di aver ideato un metodo di cottura sicuramente più umano, perché dopo diversi esperimenti siamo certi che in questo modo le aragoste non soffrono più in maniera così terribile durante la cottura al vapore». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino