Dopo le immagini di una femmina con cucciolo catturate di recente nell’Oasi WWF di Persano, sempre dalla provincia di Salerno arriva un altro video che riprende in...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Proprio il WWF, negli anni ’80, per primo lanciò l’allarme sulla situazione della lontra nel nostro Paese. E nel 1982 nacque proprio su spinta dell’Associazione, il Gruppo Lontra Italia, formato da naturalisti ed esperti a livello nazionale. Il Gruppo, dopo un monitoraggio regione per regione, confermò il dato negativo, sommando ad un centinaio gli esemplari ancora presenti in Italia e concentrati nel solo Centro-Meridione. Da quel censimento scaturirono una serie di iniziative del WWF che portarono a risultati concreti di tutela, già avviati con la creazione dell’Oasi di Persano, in Campania e continuate con l’acquisizione in gestione di altre Oasi che ancora ospitavano, e ospitano, la lontra: oltre Persano e alle Grotte del Bussento, quindi, si sono aggiunte il Lago di San Giuliano vicino Matera (ora non più gestita dal WWF) e il Bosco Pantano di Policoro, sempre in Basilicata, il lago di Conza, ancora in Campania, le Cascate del Verde in Abruzzo. Anche la realizzazione di un Centro Lontra a Penne, in Abruzzo, è servita a raccontare, a far conoscere, a promuovere programmi di conservazione sulla specie.
Attualmente sono circa 600 gli esemplari di lontra stimati in Italia. Allo stesso tempo, e paradossalmente, si è ridotto l’areale di distribuzione, ora concentrato al solo Meridione, dall’Abruzzo alla Puglia, alla Calabria e in particolare alla Campania e alla Basilicata. Anche se ci sono novità importanti. Intanto c’è vitalità nei nuclei che vivono in Abruzzo e Molise e proprio di recente si è riscontrato un avvicinamento tra queste lontre e quelle che vivono in Campania. E se c’è connessione, le possibilità di consolidare la popolazione aumentano e di molto. Sono, inoltre, confermati i segnali di presenza sull’arco alpino, grazie allo sconfinamento di esemplari dall’Austria e dalla Slovenia.
“Le conferme che la lontra stia un po’ meglio ci sono. Molto si deve all’istituzione delle aree protette. Abbastanza alla crescente sensibilità di amministratori e comunità. Ma molto è ancora da fare, perché basta un niente e la situazione può nuovamente precipitare”, dice Antonio Canu, Presidente di WWF Oasi e Membro dell’Otter Specialist Group dell’IUCN che conclude: “Purtroppo, negli ultimi tempi, una delle maggiori cause di morte delle lontre sono gli investimenti da parte delle auto, soprattutto lungo le strade della Basilicata. Un fenomeno, purtroppo, in crescita nei confronti del quale è necessario mettere in campo misure di prevenzione, indispensabili per continuare in una missione ieri considerata impossibile e che oggi, invece, per tutti coloro che hanno lottato per garantire un futuro alla lontra in Italia (tra questi il WWF con le sue Oasi) appare un traguardo raggiungibile”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino