Ha combattuto ogni giorno dei suoi primi otto anni di vita per provare ad esprimersi. Affetta da disturbi dello sviluppo, la piccola Charlotte Roberts ha sempre trovato difficile...
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Vittima di bullismo nella scuola speciale che frequentava, Charlie, grazie al suo pony, trova le risorse per aprirsi, almeno con lui, già dal primo incontro in un terreno di Capel Curig, un villaggio del Galles settentrionale dove vive con la sua famiglia. «Si è avvicinata a lui e lo ha abbracciato - ha ricordato la signora Roberts, 48 anni - Sentendosi al sicuro dopo alcuni giorni trascorsi insieme, la mia bambina è riuscita a pronunciare le prime parole, come “cavallo”. Ma è stata la necessità di guidare il suo pony durante le uscite, a farle prendere coraggio definitivamente. Ricordo bene il momento in cui Charlotte ha detto a Babe “Dai, andiamo” o quando, riferendosi alla sua giornata, gli ha confidato che un coetaneo si era comportato male con lei», ha spiegato Rachel.
Ma per la piccola, ormai, queste situazioni non erano più un problema, e con fare affettuoso lo aveva fatto capire al suo caro amico: «Va bene così. Non importa. Tanto io ho te». Grazie a Babe, Charlie non trova più “spaventoso e ostile” ciò che la circonda. Oggi, che ha 13 anni e non può più cavalcare il suo inseparabile pony, la ragazza non rinuncia alla sua cavallina, che vive nel terreno di famiglia di Capel Curig. Perché per lei è stata «una compagna di giochi, la migliore, un’amica che le ha fatto scoprire un intero mondo, tutto nuovo», ha concluso la signora Roberts.
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Il Mattino