John Hammond, simpatico ed eccentrico miliardario, questa volta non c'entra. E neanche la sua passione per i T-Rex e dinosauri affini. Impossibile però non pensare a...
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Sub ingoiato dalla balena e poi risputato, è vivo per miracolo: il racconto da brividi
Per risvegliare le cellule di questo animale, i cui resti si erano conservati quasi intatti nel suolo ghiacciato siberiano, è stata utilizzata una tecnica analoga a quella con cui è stata clonata la pecora Dolly. C'è comunque ancora tanta strada da fare prima di ottenere una rinascita in stile Jurassic Park di questa specie, estinta circa 4.000 anni fa. Né è questo l'obiettivo dei ricercatori, interessati a studiare le caratteristiche e le potenzialità di cellule così antiche. L'approccio seguito in questa ricerca «può chiarire aspetti della biologia molecolare di base di queste cellule, ma non può portare alla clonazione di un mammut, prima di tutto perché è troppo lontana la parentela tra roditori e mammut», ha osservato il direttore del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell'Università di Pavia, Carlo Alberto Redi.
Nell'esperimento i ricercatori hanno estratto le cellule dai resti di Yuka ottenendo 88 nuclei, ossia le strutture nelle quali è racchiuso il Dna; quindi hanno trasferito i nuclei in altrettanti ovociti di topo privati del loro nucleo originario.
Il Mattino