La potenza dei social ha consentito ad un cane di tornare sano e salvo dalla sua famiglia. Una vicenda a lieto fine quella di Skipper, un setter inglese rapito a Venezia da un...
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Il dramma di Chiara, una donna di Venezia, inizia lunedì, quando la dog-sitter che solitamente si occupa di Skipper lo aveva lasciato legato, per non più di cinque minuti, all'esterno di un negozio dove era andata a far compere. All'uscita, la donna non lo ha trovato e ha subito avvertito la proprietaria, che ha lanciato un appello pubblico sui social: «Non può essersi allontanato, ha la medaglietta col numero di telefono e il microchip, è stato sicuramente rapito».
Il presentimento di Chiara era giusto: il post, pubblicato inizialmente da lei e da alcuni familiari, è diventato virale, totalizzando oltre 10mila condivisioni e consentendo così di far giungere alla famiglia una prima segnalazione. Skipper, infatti, era stato avvistato, al guinzaglio di un uomo con un forte accento dell'Est, alla stazione di Milano prima e a quella di Como poi. «Avevamo fatto subito la denuncia, ma continuavano a dirci che era scappato» - racconta Chiara a La Repubblica - «Poi, però, la polizia ferroviaria si è attivata subito ed ha consentito di identificare e fermare l'uomo».
Skipper e l'uomo che l'aveva rapito, dopo la segnalazione della Polfer ai colleghi svizzeri, sono stati intercettati a Chiasso, a breve distanza dal confine. La polizia cantonale ha fermato l'uomo, un senza fissa dimora, ed ha accudito il cane, in attesa dell'arrivo di Chiara, che ha continuato a raccontare: «Mi hanno colpito la mobilitazione e la solidarietà di tutta Italia. Oltre alle foto scattate in stazione a Milano, mentre Skipper e quell'uomo salivano sul treno per Lugano, ho ricevuto segnalazioni in tutta la Lombardia, da parte di vari pendolari».
Alla fine, Chiara ha riabbracciato il suo Skipper a Chiasso: il cane, pur coccolato dalle volontarie e dagli agenti di polizia, era terrorizzato e senza la propria padrona non voleva sapere di mangiare. Se da un lato, la potenza dei social ha permesso il lieto fine, dall'altro Chiara rivela il 'lato oscuro' e si sfoga così: «Ci hanno mandato messaggi di accusa, sostenendo che eravamo dei delinquenti perché non in grado di custodire il nostro cane. La signora che lo ha legato fuori dal negozio lo ha lasciato il tempo necessario per comprare un pacchetto di sale, a Venezia non abbiamo le auto in cui lasciarli se si va per una commissione rapida. Era inconsolabile, ha pianto per ore». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino