I beni sottratti alle mafie rappresentano una straordinaria occasione di sviluppo, coesione territoriale e sociale oltre che di riscatto per intere comunità. In Campania...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I beni confiscati alle mafie hanno un enorme valore in termini simbolici e di memoria delle vittime innocenti della camorra. Però è fondamentale non trascurare il rilievo di queste esperienze sul piano economico, di coesione territoriale e sociale. Per questo motivo, Libera Associazioni Nomi Numeri contro le mafie, in collaborazione e con il patrocinio di Ministero dell’Economia e delle Finanze Ispettorato Generale per i rapporti finanziari con l’Unione europea - Ragioneria generale dello Stato Dipartimento per le politiche di coesione - Presidenza del Consiglio dei Ministri Agenzia per la coesione territoriale Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata Istituto nazionale di statistica Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro - Conferenza Episcopale Italiana Fondazione con il sud, ha promosso la “Scuola di formazione nazionale su beni confiscati e politiche di coesione”. Lo scorso 4 luglio in Campania si è tenuta una giornata di formazione collegata a questo percorso nazionale. La “Scuola regionale sui beni confiscati e sulle politiche di coesione in Campania” ha rappresentato uno straordinario momento di incontro e confronto tra tutti i soggetti che sono impegnati nell’iter di sequestro, confisca e riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Il peso economico delle mafie, quantificabile intorno ai 200 miliardi di euro, deve essere contrastato sul piano economico attraverso la promozione di uno sviluppo locale che tiene insieme il rispetto delle persone e mette al centro progetti di inclusione sociale e coesione territoriale in un'ottica di giustizia. In tal senso l’obiettivo di Libera è quello di mettere insieme gli strumenti necessari a ricostruire solidarietà e coesione tra i cittadini nei territori in cui hanno subito la presenza delle mafie che si esprime proprio nel patrimonio accumulato illecitamente.
Sul piano istituzionale è necessario velocizzare l’iter di assegnazione alle realtà del terzo settore, approvare - nonostante i limiti dell'ultimo testo - la riforma del cosiddetto Codice antimafia, la maggiore trasparenza da parte degli Enti Locali. Su questo ultimo punto è necessario evidenziare ciò che emerge dalla ricerca: in Campania su 115 comuni che hanno acquisito nel proprio patrimonio indisponibile beni confiscati sono solo 26 quelli che si sono adeguati alle norme sulla trasparenza pubblicando l’elenco dei beni confiscati presenti nel proprio territorio, restano 89 comuni (77,3%) che non rendono pubbliche le informazioni.
Se da un lato sono necessari interventi legislativi per migliorare il meccanismo, dall’altro è fondamentale sottolineare che è possibile immaginare progettazioni e messa a sistema delle esperienze a “legislazione vigente”. In questo senso diventa fondamentale ciò che scaturisce dalla “Scuola regionale sui beni confiscati e sulle politiche di coesione in Campania”, dalla quale partiranno laboratori di co-progettazione territoriale al fine di promuovere e valorizzare percorsi di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla camorra dentro un percorso di coesione sociale. Un processo ambizioso che metterà al centro i territori e le comunità e che sarà realizzato in collaborazione con i soggetti promotori del progetto nazionale, con la Fondazione Polis e le realtà del terzo settore che hanno partecipato a questo primo momento formativo.
*Libera Campania Leggi l'articolo completo su
Il Mattino