«Trent’anni da quel giorno. E proprio ora che la città è messa a ferro e fuoco dalla camorra, sento addosso la stanchezza di una vita, ma penso: non mollare. In nome di...
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L’ultimo articolo di Giancarlo, uscito sul Mattino del 22 settembre 1985, il giorno precedente alla sua morte, raccontava i “muschilli”. Ora quei “muschilli” hanno 40 anni e avranno allevato i baby killer di oggi…
«Sì, questo mi fa rabbia. Se, già da allora, si fosse prestata maggiore attenzione alle denunce di Giancarlo e dei colleghi che lavoravano al suo fianco, se all’epoca si fosse intervenuto sui “muschilli” oggi, forse, non avremo i baby killer. Ogni volta che rileggo gli articoli di Giancarlo, rintraccio nelle sue cronache i «germi» dell’evoluzione della camorra, della sua trasformazione in holding, in “ufficio di collocamento” del male, in roccaforte di miti negativi. Ne avevo consapevolezza trent’anni fa, e l’ho oggi. Perciò, con Geppino Fiorenza, non abbiamo mai smesso di pattugliare le scuole per far crescere e diffondere la cultura della legalità e della giustizia. Quei valori per i quali Giancarlo è morto. Ed è per questo che sono le scuole, e quindi i giovani, la spina dorsale del programma per ricordare i trent'anni dalla morte di Giancarlo».
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Il Mattino