La camorra colpisce ancora: Ciro, vittima innocente

La camorra colpisce ancora: Ciro, vittima innocente
Mercoledì 18 settembre 2019. Si è finalmente chiuso il caso del duplice omicidio di Ciro Colonna, diciannovenne vittima di camorra, e Raffaele Cepparulo,...

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Mercoledì 18 settembre 2019. Si è finalmente chiuso il caso del duplice omicidio di Ciro Colonna, diciannovenne vittima di camorra, e Raffaele Cepparulo, venticinquenne esponente di spicco del clan dei Barbudos. Il gup del Tribunale di Napoli, Laura Romano, ha condannato all'ergastolo Ciro Rinaldi, boss di San Giovanni a Teduccio, considerato il mandante, e gli altri sette imputati. Ma cosa è realmente accaduto il fatidico giorno? E perché un ragazzo, non immischiato negli affari di camorra è stato ucciso?


L’AGGUATO
È il 7 giugno 2016 quando Ponticelli, quartiere periferico di Napoli, perde un altro giovane ragazzo a causa della camorra. Ciro si trova nel circoletto abusivo del Lotto 0, un agglomerato di case popolari, che è solito frequentare con i suoi amici. Il caso vuole che nello stesso momento ci sia anche Raffaele Cepparuolo, obiettivo dei sicari. Questi sono entrati nel locale, inscenando una rapina a mano armata, con lo scopo di uccidere il venticinquenne, approfittando del caos generale. Così è stato: infatti Raffaele è morto sul colpo. Durante la sparatoria, però, non è stato l’unico a perdere la vita. I sicari hanno colpito accidentalmente Ciro, che secondo un testimone, si è chinato a prendere gli occhiali cadutigli durante la “corsa”, fatta nel tentativo di scappare. Questo semplice gesto gli è costato la vita: è morto, infatti, prima dell’arrivo a Villa Betania, unico ospedale della zona, in quanto l’Ospedale del Mare era ancora in costruzione. «È morto per errore» sostengono amici e parenti, che lo ricordano come un bravo ragazzo che non ha niente a che fare con il “sistema”. Frequentava il circoletto solo perché nella zona non c’è nessun centro ricreativo dove i ragazzi possano trascorrere il tempo, così come spesso accade nelle periferie. La sua unica “colpa” sembrerebbe essere l’abitare in un quartiere che ha ben poco da offrire a chi vuole allontanarsi dagli “affari” che vi si compiono. È stata un’altra vittima innocente, simbolo dei soprusi che la camorra commette in città.


Per la sua morte si è indignato l’intero quartiere, mobilitando gli animi di persone che sono costrette a vivere questi scempi. È stato ristrutturato un campetto in sua memoria nel Lotto 0 e dopo anni di indagini Ciro ha finalmente avuto giustizia. Purtroppo, però, a Ponticelli la situazione non è cambiata e la camorra continua a essere una roccaforte. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino