ROMA Lunedì va in consiglio dei ministri ed sarà oggetto di un'informativa da parte del ministro Boccia. Mercoledì sarà al centro di un vertice di...
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Tutto bene dunque su questa questione che è a dir poco spinosa e che rischia, a dispetto di tutte le rassicurazioni del capo del governo, di avere conseguenze molto problematiche per il Paese? No, non va proprio tutto bene. E infatti sia M5S sia i renziani si mettono di traverso rispetto al progetto Boccia che ha avuto un primo via libera da parte dei governatori Zaia e Fontana e di tutti gli altri da Nord a Sud. Ma si tratta di una condivisione ancora molto di massima e che non entra davvero nello specifico di una riforma che necessita di tanti approfondimenti ancora.
Per Italia Viva interviene Davide Faraone, e lo fa frenando assai gli entusiasmi del premier, del ministro Boccia e del Pd che dopo i dubbi sull'autonomismo stile Carroccio si è lanciato sulla stessa strada pur con qualche differenza: «Sull'autonomia differenziata - attacca il partito renziano - prima di esprimere un'opinione vogliamo vedere i testi, per noi ancora ignoti. Sicuramente il tema non potrà essere affrontato in legge di bilancio ma va ben approfondito. Inoltre per Italia Viva è indispensabile prevedere un pieno coinvolgimento del Parlamento».
L'ASSE
Su una linea analoga, di estrema prudenza, i 5 stelle. «La proposta - questa la linea dei grillini - non è condivisa con il Parlamento, il governo e Boccia si fermino su questa assurda proposta di presentare un emendamento sull'autonomia differenziata in legge di bilancio. Nessun blitz verrà accettato. La fretta ha fatto i gattini ciechi e l'autonomia non può essere un contentino elettorale per le prossime elezioni regionali». Così ingarbugliata, e divisiva, la situazione che si è deciso di farne oggetto di un vertice di maggioranza. La convocazione per mercoledì è arrivata dal ministro ai Rapporti col Parlamento, il grillino D'Incà.
Si tratta così, per l'autonomia, di partenza piena di ostacoli e di criticità. Con l'asse renziani-grillini, in chiave anti-dem, e con Conte più vicino al Pd che agli altri.
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Il Mattino