Da nettamente primi a probabilmente terzi. Sono tutti in questa frase i dolori che, da oggi, accompagneranno la permanenza di Luigi Di Maio al governo. Il leader M5S dovrà...
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Elezioni europee 2019, Lega primo partito, Salvini: «Una sola parola, Grazie»
Dalle prossime ore si capirà fino a che punto vorrà spingersi Salvini e, soprattutto, se il vicepremier leghista punterà dritto alla poltrona del premier Giuseppe Conte a costo di innescare il «niet» la crisi di governo. C'è un dato, tuttavia, che sembrerebbe frenare Salvini: quello di FI. Il partito di Silvio Berlusconi, stando ai primi exit poll, si colloca a cavallo del 10%. È un risultato importante viste le condizioni con cui gli azzurri, e il loro leader, sono scesi in campo. Un risultato corroborato anche dalla possibile vittoria di Alberto Cirio in Piemonte, candidato colorato di azzurro che, ad un certo punto sembrava che Salvini non volesse. Il leader leghista, di fatto, non può fare a meno dell'ago della bilancia FI per arrivare al governo: la maggioranza alternativa Lega-Fdi non arriva infatti al 40&. Il «conto», quindi, Salvini lo chiederà sull'agenda, dove scontata è una forzatura su Flat tax e Tav nelle prossime settimane.
Due dossier sui quali, forte della sua vittoria alle Europee e in Piemonte, Salvini non ammetterà alcuna mediazione. E, sebbene fonti ufficiali leghiste smentiscano, si avvicina anche l'ipotesi di un bilanciamento a favore della Lega nella squadra di governo. Con il ministero dei Trasporti, retto da Danilo Toninelli, da tempo nelle mire dei salviniani. Ma la girandola dei ministri, se scattasse davvero un rimpasto, potrebbe coinvolgere tutti, anche i ministri «tecnici», a cominciare dal titolare degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che secondo i rumors parlamentari delle ultime settimane, potrebbe anche puntare a un posto in commissione Ue. Il trionfo di Salvini, tuttavia, si ferma in Italia. A Bruxelles i populisti avanzano ma non daranno le carte. Un'alleanza tra Lega e Ppe al momento è lontana e, una possibile maggioranza tra Popolari, S&D e Alde non farà sconti all'Italia sulla manovra.
Con un'appendice: le raccomandazioni della commissione Ue del prossime 5 giugno, che i preannunciano nerissime per i giallo-verdi.
Il Mattino